mercoledì 28 ottobre 2009

Il mondo è bello perché è vario

Nancy nella sua grande casa ospita tre studenti alla volta. Fino a due settimane fa eravamo io, una ragazza di Madrid, e una ragazza di Città del Messico. Diciamo che la casa aveva trovato un suo equilibrio. E' facile, io non rompo le scatole a te e tu non le rompi a me. Abbiamo imparato subito che quando il disco di Nancy si incaglia e lei inizia con la sua tarantella preferita "sono stanca - you know- i'm busy - troppo lavoro", basta salire le scale e chiudere la porta. Easy. Purtroppo due settimane fa la ragazza messicana è tornata a casa, e al suo posto è arrivato un ragazzo sudcoreano. Tralasciando il fatto che Nancy lo chiama stalker perché segue come un ombra la ragazza spagnola, da quando è arrivato è una comica continua.
Lui e Nancy sono come Stanlio e Ollio, anzi forse calza meglio la definizione di Ale & Franz. Di seguito alcune gag:

C: Nancy, posso fare 4 docce al giorno?
N: dì un po' hai intenzione di prosciugare l'universo?
C: what?
N: questa casa non è un albergo.
C: what? (lei parla a randello e il poveretto fa fatica a capirla)
N fa il segno due con le dita della mano, lui accenna un mezzo inchino con la testa dicendo u-huu.


C: Nancy, posso mangiare tre uova per colazione?
N: Se ti compri una gallina
C la guarda perplesso, forse sta pensando dove può trovarne una.

C: Nancy, puoi fare la lavatrice dei miei panni sporchi ogni giorno?
N: sono stanca - you know- i'm busy - troppo lavoro
C: ma io mi sono portato solo cinque paia di mutande
N: ma non devi stare qui tre mesi??
C: sì
N: you are not so smart, right? (non sei intelligente, vero?)
C: u-huu

C esce di casa per ultimo e si dimentica la porta spalancata
N: in corea non esistono i ladri??
C: what?
N: in america esistono, e ti rubano tutto, e se tu ti dimentichi la porta poi mi ripaghi casa
C: perché?
N: noo tu non sei intelligente, poveretta me.
C: u-huu


Veramente, i coreani meriterebbero uno studio a parte, ne ho anche due in classe e ne so qualcosa. Per prima cosa sono incapaci di dire le bugie. C'è un intero capitolo del nostro libro di scuola che spiega come una bugia di circostanza può salvarti la vita sociale. A proposito, la prossima volta che la mia compagna dice al prof che non ha fatto il compito perché non ne aveva voglia, giuro che le tiro una sveglia sul muso. Copia il compito, svegliati, fai qualcosa. Io sono convinta che il nostro libro sia stato fatto apposta per loro e per i giapponesi, che costituiscono il 50% della fauna studentesca, per insegnargli le differenze culturali oltre al linguaggio. Ad esempio un altro capitolo spiega quanto è dannosa la dipendenza da videogames, e un altro che per avere successo nella vita non bisogna avere paura della propria ombra. Oh, una volta ho fatto BUH a una giapponese che quando parla alla classe ti viene da cercare dov'è la manopola per alzare il volume, e lei ha fatto un salto così alto che ieri volevano mettere la sua foto nei cartoni del latte. Ovviamente scherzo, a nessuno è ancora venuto in mente di esportare il tetrapak. Solo bottiglie di plastica. Puah.

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