martedì 13 ottobre 2009

Complaints? No, thanks.

Una differenza notevole fra i nostri due popoli, consiste che gli italiani si lamentano sempre di qualsiasi cosa, e gli americani no.
L'italiano medio dice almeno una delle due seguenti frasi, una volta al giorno:
- ma che caldo che fa oggi,
- ma che freddo che fa oggi,
- che palle oggi piove,
- guarda che nebbione,
- ma che ventaccio che c'è oggi.
Ieri qui con sette gradi centigradi (senza fiatare al riguardo), chi aveva freddo aveva già inaugurato gli UGG (i Bostoniani sembrano adorare questo tipo di stivali), chi non aveva freddo è andato al lavoro con gli infradito. Io avvolta nella mia sciarpetta di pile guardavo i piedi della gente nella metropolitana e pensavo what the fuck? Che razza di schizofrenia collettiva è? Noi siamo più uniformi nella nostra lamentosità. Diciamo tutti la stessa cosa. Noi siamo cresciuti con la mamma che ci dice "copriti che se prendi freddo ti ammali", siamo un popolo impaurito e previdente. Questo probabilmente è il motivo per cui non ci piace metterci in gioco. Questa è la ragione, per cui tu in questo momento stai pensando che io sono pazza perché mi sono licenziata da un ottimo posto di lavoro a tempo indeterminato, per sottopormi a un salto nel buio di questo genere. Qui tutti mi dicono well done! Hai fatto la cosa giusta. Specialmente il mio insegnante, che a 45 anni ha deciso che il suo lavoro non gli piaceva, si è iscritto all'università e a 48 anni ha iniziato ad insegnare qui, ed ora che ne ha 53 è felicissimo. A proposito, se pensi che la tua vita faccia schifo e non stai facendo niente per tentare di cambiarla, quando ti racconto le mie difficoltà di ambientamento iniziale, risparmiati di chiederti "ma chi gliel'ha fatto fare" perché tanto non mi capirai mai.

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