domenica 7 febbraio 2010

Ballando il tip tap.

Il mio studio delle dinamiche comportamentali all'interno di un ristorante americano si è concluso con successo. O meglio con un bel salmone nel mio piatto, che c'è rimasto per circa trenta secondi, con un contorno di purè vero fatto a mano senza bustina come solo la nonna sapeva fare bene. Ma parliamo di affinità e divergenze. Il cameriere italiano prende uno stipendio mensile che non varia mai di un centesimo. Se svolge un servizio impeccabile o se è lento e svogliato, a lui non cambia niente. Negli Stati Uniti, come tutti sanno, si dà una mancia (tip) proporzionata alla gentilezza e alla bravura di chi ti serve al tavolo. Chi sparecchia e apparecchia viene chiamato busser, e prende in media il 20% delle mance del cameriere che in un ristorante medio alto come quello in un sabato sera possono arrivare anche ai 200 dollari. I camerieri ovviamente non si limitano a portarti il piatto, ma si improvvisano comici e intrattenitori.
Mi hanno affidato a due camerieri esperti: Stan il cattivo, e Juan il buono. Stan è quello esigente, incazzato col mondo poiché è stato costretto a emigrare dalla Bulgaria, perché non trovava lavoro. Stan mi ha insegnato a trasportare 8 bicchieri con due mani, senza romperne neanche uno. Il suo sguardo mentre mi diceva di stare attenta a non farli cadere era tipo quello di Ivan Drago quando disse a Rocky ti spiezzo in due. Con una spiegazione così eloquente, non si poteva fare altro che ubbidire e rigare dritto. "Non è difficile, io ne trasporto 20. La prossima volta ti insegno come trasportare tantissimi piatti quando sparecchi. You have to be very strong". Mi sono chiesta se fosse una minaccia. Tipo: se torni sai cosa ti aspetta. Poi Johanna è passata dal ristorante e mi ha chiesto se lui si fosse comportato bene, perché ha la nomea di quello che fa piangere i nuovi arrivati. Benissimo Johanna, è stato gentilissimo. In realtà dopo le prime cinque ore di atteggiamenti scontrosi, si è rilassato e alla fine mi ha anche ringraziato stringendomi la mano per l'ottimo lavoro. Juan invece è un sudamericano che noi in romagna definiremmo molto "polleggiato". Con le mance fa molti più soldi di Stan perché ha la vena comica con la gente, ma fortunatamente prende il lavoro un pochino meno sul serio. Appena sono arrivata il lavapiatti mi ha dato una cassetta enorme piena di posate da asciugare. Io ho preso lo straccino e le stavo asciugando una per una. Entra Juan e si presenta con "hello sweetheart, se le asciughi così domattina sei ancora qui. Forse è meglio che ne prendi 4-5 alla volta". Qualcosa mi dice che sono stata fortunata che non sia entrato Stan in quel momento. Poi ho imparato ad arrotolare le posate nel tovagliolo. Anche lì c'è una tecnica. Quante cose non si sanno. Duecento arrotolamenti dopo c'è stata la lezione di come ti apparecchio il tavolo nel ristorante chic. Piatto vicino al bordo, bicchiere dell'acqua a ore due, bicchiere del vino in diagonale sempre a ore due, rotolino di posate al centro del piatto, centrotavola e olio di oliva sulla destra. Alle sei sono entrati i primi clienti.
Stan: vai da loro e chiedigli che tipo di acqua vogliono.
Kay: tipo che chiedo volete l'acqua mineral or with gas?
Stan: oh. my. god. Juan parlaci tu.
Juan: no honey, prima di tutto ti presenti con un sorrisone e poi devi dire così: hi guys how you doin'? May I offer you some water? Still, sparkling or from the tap?
Kay: ah. il sorrisone. wow.
Juan: poi se ti rispondono still, gli porti l'acqua panna naturale, sparkling la san pellegrino gassata, e tap è il rubinetto. Non quello che usi per lavarti le mani ma l'altro che ha il filtro.
Stan: ovviamente quando ti chiedono l'acqua del rubinetto, tu sei responsabile dei loro bicchieri.
Kay: cioè?
Stan: devi girare per i tavoli con la caraffa, e appena vedi un bicchiere vuoto lo devi riempire.
Kay: wow. Responsabile riempimento bicchieri. Ho già una carica, faccio progressi.
Ehi tu, comodamente seduto davanti al tuo pc, hai idea di quanto sia imbarazzante fare la schiava riempibicchieri a gente che non ti guarda neanche in faccia?
In futuro devo ricordarmi di ordinare sempre l'acqua in bottiglia. Con una sola eccezione. Se torno da cliente in quel ristorante Stan deve essere il mio schiavo. Voglio bere 37 litri di acqua del rubinetto in una sera. Come minimo!
Non fraintendetemi, nel complesso è stata un'esperienza assolutamente positiva. Sono tornata a casa stanchissima ma contenta.
Evviva il mio internship amministrativo. Evviva le fatture. Evviva il data entry.


5 commenti:

Simona ha detto...

Si capisce la battuta nel titolo, vero?? :p

Unknown ha detto...

yes, sweetheart!

Simona ha detto...

grrr. che fai sfotti? tzè.

Ed ha detto...

Sì, si capisce :D

Caspita, mi hai ricordato perchè odiavo fare il cameriere!

Iniezioncina di stima, chè te la meriti: brava!

ciao.

susanna ha detto...

ahahahaha XD
sono contenta che l'esperienza sia stata... stimolante! soprattutto asciugare posate, cosa che io odio fare :P
comunque per una cosa invidio i camerieri americani: io duecento dollari di mancia non li vedrò mai...