mercoledì 13 gennaio 2010

A raccogliere le pesche in campagna

Appena finito di scrivere il post di ieri sera, sono entrati dalla porta Matt e Juliet con un sacchetto di frutta e un'altra bottiglia di vino rosso.
k: cosa state architettando voi due?
j: vogliamo fare il vin brulè!
Juliet non vive qui, ma è culo e camicia con Matt ed è qui un giorno sì e uno no. Ha preso una pentola, ci ha versato il vino rosso, ha tagliato a fette una mela e un'arancia e gliele ha buttate dentro insieme ai chiodi di garofano. Ho scoperto che i chiodi di garofano si chiamano cloves. Ne ho assaggiato solo un mezzo bicchiere, perché come forse avrete notato dal tono del post precedente, il mio livello alcolico era già oltre la soglia consentita. Dopo 40 minuti di telefonata Liza è uscita dalla stanza, e ne ha preso un bicchiere pure lei. Poi Matt ha messo su di nuovo il cd di Lady Gaga, e si è messo a ballare in mezzo al salotto. E' senza speranza. Secondo me i vicini lo odiano. Io potrei iniziare ad odiarlo la prossima volta che mette su quel cd.
La mattinata di oggi invece è filata liscia, escludendo quei cinque minuti in cui sembrava che la pregnant english teacher dovesse partorire sul pavimento seduta stante. Stava parlando e all'improvviso si è accasciata per i dolori. Poi si è tirata su e ha continuato a spiegare la listening skill del toefl, come se niente fosse. Una italiana avrebbe fatto una tragedia e si sarebbe messa in malattia fino alla prima elementare del nascituro.
Quando sono tornata a casa ho iniziato il training autogeno, aspettando la chiamata del viceboss della voip company situata dietro l'angolo.
"Io posso"
"Io se voglio spacco"
"Io parlo inglese senza accento italiano" (la madre di tutte le bugie)
"Io sono sicura di me"
"Io mi cago addos.... ops no questa la tengo per dopo che ha messo giù.
La brutta cosa è che gli avevo detto che poteva chiamare a qualsiasi ora, dalle due in poi. Ho guardato il telefono ogni tre minuti, dalle due alle quattro e trenta. Ok, ormai non telefona più, non devo farmi illusioni, mi sono detta. Metto i ladytron a tutto volume e stacco la spina del cervello per riassorbire l'ansia da prestazione. Quattro e quarantadue: driiiin driiiin. Oh cavolo, spengo la musica, è lui. Mi reimmedesimo in trenta secondi nella spinta euforica dell'alcool di ieri sera, e gli racconto della mia vita lavorativa precedente. Poi mi chiede cosa so della tecnologia Voip, e gli spiego come ho configurato da sola il cordless Voip a casa mia, per permettere a mio padre di ricevere le mie chiamate dal mio portatile senza utilizzare il pc. A volte essere geek può anche avere dei risvolti positivi inaspettati. Mentre glielo racconto ride, mi sembra uno alla mano, e mi ricorda un po' il mio capo di Bologna. Poi mi spiega il lavoro, e anche questo avrebbe a che fare con i clienti e i partner europei, perciò dopo i primi mesi di training, si inizierebbe a viaggiare. Purtroppo però la telefonata si è conclusa con il solito "devo chiamare altre persone, le farò sapere la settimana prossima se verrà convocata per il colloquio di persona". Secondo me questi quando mettono giù si rotolano sul pavimento dal ridere e dicono "ma questa dove vuole andare". Il bello è che non lo so nemmeno io dove voglio andare. O meglio, lo saprei, ma non si può.

5 commenti:

Ragno ha detto...

dovevi berti un thermos di vin brulè prima di rispondere al telefono...

Tytty ha detto...

coraggio simo....vai alla grande!

Anonimo ha detto...

ah si? e dove vorresti andare? credevo che già ci fossi.

Simona ha detto...

la risposta alla tua domanda è nel titolo del post.

effe ha detto...

AGUANTE KAY!!