giovedì 14 gennaio 2010

Imparare a valutare le conseguenze.

I miei coinquilini lavorano tutto il giorno all'alimentari russo e fanno turni da sfruttamento. Escono di casa la mattina intorno alle nove, e ritornano per le nove di sera, sei giorni su sette. Il loro datore di lavoro sa che hanno bisogno e se ne approfitta. Ovviamente, dalle nove di sera in poi qui in casa è un circo e non mi annoio, ma nelle ore che vanno dall'una alle nove il discorso cambia. Scusatemi se questo blog sta diventando monotematico sulla ricerca del lavoro, ma io con tutto questo tempo libero ho bisogno di concentrare le mie energie su qualcosa, e al momento non penso ad altro.
John mi ha detto che quando in america vuoi davvero un posto di lavoro "you have to be aggressive", perciò ho seguito il consiglio e ho scritto una mail alla signorina che mi ha chiamato lunedì per l'azienda organizzatrice di eventi che ha clienti in europa, chiedendo se avesse novità per me. Dopo cinque minuti mi arriva una mail con mittente Nancy, e mentre pensavo oddio cosa vuole questa, ho realizzato che la signorina in questione ha lo stesso nome. Magari mi porta bene, chi lo sa. Nancy, come il signore di ieri, occupa la carica di vice president, e mi scrive:
Hi Simona, I would like to schedule a time for you to speak with my President, but he has been out of town all week. I will get back to you with some possible times tomorrow or Monday.
Quindi la telefonata è andata bene. Quindi il mio inglese non suona così ridicolo. Quindi presto avrò un colloquio con un uomo presidente di una società da 7 milioni di dollari di volume d'affari. Si può scrivere 'stigrancazzi sul blog o gli iscritti all'accademia della crusca si alterano? A questo punto ho ballato la tarantella in salotto. Poi però mi sono fermata a pensare seriamente a quello che sto facendo.
Io inizialmente volevo solo trovare un lavoretto tipo stage per tenermi occupata questi quattro mesi, perché spesso mi annoio. Il problema è che trovare un lavoro ora è diventata una questione di principio, e non ho valutato bene le conseguenze. In questo momento là fuori ci sono due persone che mi stanno prendendo sul serio, e che se a uno dei due sto simpatica abbastanza da sostenere lo sbattimento dell'inoltro delle pratiche di visto lavorativo, io rischio di ritrovarmi con un lavoro a tempo indeterminato al polo nord. E' davvero quello che voglio? Forse no. Oddio, non lo so. In Italia al momento ho zero alternative, non ho nulla da mettere sull'altro piatto della bilancia. Dicono che sei davvero libero solo quando non hai niente da perdere. Io adesso sono col culo ben appoggiato sul fondo, e di iniziare a scavare non ne ho voglia. Per caso qualcuno di voi avrebbe un lavoro da offrirmi in una qualsiasi città d'Italia? Lavapiatti e giardiniera included. Inviare mail ore pasti.

18 commenti:

Ragno ha detto...

Ma scusa, tu prendilo e dopo 4 mesi gli dici "vabbè, grazie ci sentiamo per una pizza".
Beh certo, per colpa tua saremo il solito popolo di "mangiapastaatradimentofinchècifacomodo" ma non tene faremo una colpa...forse...

'stigrancazzi.

Luca Sartoni ha detto...

A mollare un lavoro fai empre a tempo, a trovarlo no.
Quindi lotta per averlo e poi ci pensi.

Emanuele ha detto...

Ciao Simona.
Concordo con Luca.

Carpe Diem. Sempre.

Tra l'altro, mi permetto presuntuosamente di darti un consiglio:
questo blog è divertente e utile. Anche quando parli di personalissimi cavoli tuoi (il diario è tuo e ci fai quello che vuoi giustamente), o di apparentemente banali fatti quotidiani. Ma è anche in questi racconti che si possono trarre insegnamenti sullo stile di vita e sulla cultura del posto.
Ma comunque a prescindere da questo, è sempre buona cosa non pensare mai di scrivere per gli altri, fregarsene del pubblico e scrivere per se stessi. Se pensassi costantemente al pubblico che segue il blog, cosa ti rimarrebbe da scrivere qua dentro? Non limitarti.

E se riesci tieniti lontana dall'Italia... sta andando sempre peggio e l'apatia (non Berlusconi) regna sovrana. Questo paese sta affondando. Io e la mia compagna ad esempio abbiamo programmato l'esilio definitivo nel giro di 4-5 anni (si parla degli antipodi). Non ci sono più motivi validi per rimanere qui. "I costi coprono le spese".

Buon proseguimento e buona fortuna.
ciao.
Ed.


P.S.: Dexter è meraviglioso. Stai vedendo l'ultima stagione?

Ragno ha detto...

sono d'accordo con Emanuale praticamente in tutto. ma non in tutto...
parlo da "patriota", quindi forse in maniera poco attendibile, però non è fuggendo che si risolvono i problemi di un paese (ammesso che ci sia il legame con questo, è ovvio).
guardiamoci intorno: chi sta meglio? in America dove le banche sono al collasso? in Francia e Germania dove l'economia è, se possibile, peggiore della nostra? forse in Spagna ma non ne sono sicuro...

amo questo Paese e lo amerò fino all'ultimo giorno (a meno di un offerta salariale altissima all'estero :) siamo tutti mercenari...)

Emanuele ha detto...

Caro Spiderguy, hai ragione, sono d'accordo. Dai problemi non si fugge. Li si affronta.
Ma, bada, deve trattarsi di problemi.
I problemi, per definizione, sono risolvibili.

Qui in Italia non abbiamo "problemi".
Io non parlo di problemi. Io parlo di situazioni irreversibili (se non sul lunghissimo termine). L'ostacolo non è il governo (morirà pure Berlusconi prima o poi, no? Pensi cambierà qualcosa?). L'ostacolo sono gli italiani stessi e la loro mentalità e il conseguente attegiamento. Non abbiamo un'alternativa e nemmeno la volontà e la forza di crearne una. Ma meglio non divagare perchè qui si finisce col parlare di politica e non amo parlare di politica. E poi qui siamo in casa di Simona.

L'ideale patriottico è una bugia che viene imposta sempre dall'alto e non nasce mai spontaneamente dal basso e dal singolo individuo.
L'individuo è per natura egoista e razionale (Gustave LeBon insegna).
Charles Darwin ci ha insegnato che sopravvivono e si evolvono solo gli individui adattivi. Se voglio sopravvvivere dignitosamente e felicemente non resto in un posto dove so che c'è un problema irrisolvibile. Se ad esempio so di vivere in un terreno ad alto rischio sismico, sarei uno stolto autolesionista se non prendessi provvedimenti. E se non mi fosse permesso prendere provvedimenti, per cause di forza maggiore, sarei ancora più stolto se non me ne andassi. Non credi?
Se mi preoccupassi dell'utopico "bene comune", perirei come uno stupido lemming. E per cosa? Un'ideale che fa solo gli interessi dei ricchi-potenti-brutti-e-cattivi?
Questo paese sta decadendo e collasserà inevitabilmente. No grazie, non voglio esserci. La mia vita vale molto di più :)

Anche io amo questo paese.
È la gente che mi fa schifo.
:D

ciao!
Ed.

Simona ha detto...

Mi piace quando un mio post innesca una discussione seria.
L'Italia è bellissima, gli Italiani e la loro mentalità no. Quindi se fuggo dall'Italia, mi porto comunque dietro la mia mentalità e non c'è scampo?

Ragno: concordo con te, in ogni caso dipende da quanto pagano.
Emanuele: ieri ho visto stagione 4 episodio 3. Mi sono data la regola di un episodio al giorno se no mi finisce subito.

Anonimo ha detto...

kay io non sono per nulla patriota, amo il posto in cui sono nata, ok, ma poi mi ritengo libera e con il diritto di vivere dove ne ho voglia e penso che valga per tutti.
tifo per te e il mio consiglio è di buttarti ignorando le paure, sapendo che ci sono ma lasciandole in sospeso per il momento.
(alla frase "Si può scrivere 'stigrancazzi sul blog o gli iscritti all'accademia della crusca si alterano?" stavo per morire dal ridere)

un beso grande

Emanuele ha detto...

Rieccomi (ebbene, sì, oggi in ufficio ho poco lavoro).

Kay, no, io non penso che se si fugge dall'Italia si debba necessariamente portare con sé la propria mentalità. O almeno, non completamente. E anche se fosse, comunque cambierebbe. Dipende anche da individuo a individuo.

O meglio...

Si può anche essere nati e cresciuti in Italia senza avere una mentalità prettamente e strettamente italiana, ma controcorrente e indipendente. Dipende dal bagaglio culturale che ti sei costruito negli anni, leggendo, leggendo, e ancora leggendo, e osservando e forgiandoti uno spirito critico personale e quanto più possibile obiettivo.
Io ad esempio (come anche la mia ragazza - altrimenti non ci saremmo scelti l'un l'altra), non mi riconosco quasi per nulla nella mentalità e negli atteggiamenti dell'italiano medio. Li vedo, li riconosco. E solitamente non mi piacciono. Ergo me ne tengo alla larga (e per contro però, ne pago lo scotto, ritrovandomi sempre contro tutti, contro l'opinione generale). Insomma, cosa voglio dire? Che io purtroppo (o per fortuna) mi sento ben poco italiano e questo paese non è fatto per me... quindi è bene che vada a vivere in un paese con una cultura e uno stile di vita più consono a me.
Mi sentirei uno stupido se continuassi imperterrito a vivere qui e al contempo però a lamentarmi di tutto e tutti. Finché c'è la possibilità di andarsene, non si ha il diritto di lamentarsi. Oppure, ok, lamentati, ma accetta anche chi per questo ti deride.

Questo è quello che penso io.
Tu come la vedi invece?

ciao
Ed.

P.S.: per quanto riguarda Dexter... ah... quanto ti capisco! Vorrei non aver visto l'ultima stagione per potermela gustare come fosse la prima volta. Ci saranno momenti molto molto coinvolgenti emotivamente... e quasi fisicamente! Wow! Quando arrivi alla fine o verso la fine fammi/ci sapere com'è stata l'esperienza.

P.S.: "EXERIBOV"!!!
che non è una parola russa, ma la parola di verifica per inserire questo commento. Ci stava.
Dasvidanya

Emanuele ha detto...

P.P.S.: e comunque, Kay, se fuggi dall'Italia, vien da sé che lo "scampo" c'è eccome. È il primo passo per scampare.

[Se invece con scampo intendevi il pesce, allora basta andare in Norvegia. Lì ne pescano un sacco]

:P

Simona ha detto...

Iri: grazie per il tuo supporto morale che non manca mai.

Emanuele: io in Italia conosco una marea di gente, e nessuno che si identifichi nell'italiano medio. o io conosco solo il 50% che non ha votato berlusconi e che non guarda uomini e donne, o c'e' qualcosa che non mi torna. certi aspetti della mia italianita' sono forti anche in me che sono una persona indipendente che ha letto un sacco di libri. tipo: cerco sempre di evitare le code passando davanti a tutti, non mi fido mai di nessuno, quando sono in vena di divertirmi lo faccio facendo casino come tutti noi. L'aggettivo preferito che usano gli stranieri per descriverci e' noisy, non a caso. forse sono piu' media di quanto credo. e tutto il mondo e' paese. e non ci sono piu' le mezze stagioni signora mia. solo temperature sottozero.

Simona ha detto...

quindi prendere, andare via, e lamentarmi da lontano invece che sul posto fa di me una persona migliore?
non credo proprio. siamo tutti sulla stessa barca. oh, shit!

Emanuele ha detto...

E che motivo avresti mai da lamentarti (da lontano poi!) se prendi e te ne vai?

Ahahaha!

Quello è essere imbecilli e non mi sembra proprio il tuo caso.
Manco il mio.

bye

susanna ha detto...

in tutto ciò, nessuno ti ha offerto un lavoro qui in italia: al supermercato cercano qualcuno per la pescheria, se ti interessa.
:D

Simona ha detto...

susanna: no infatti, nemmeno via mail. non hanno tutti i torti, se io fossi un mio lettore non mi offrirei un lavoro per vedere cosa combino qua!!
direi che la pescheria può aspettare il mio ritorno a metà maggio :p

Anonimo ha detto...

rimane sempre l'alternativa di un libro, voglio dire, why not?
I fan già ce li hai.
In ogni caso, in bocca al lupo.
E per quanto possa contare il consiglio di una perfetta sconosciuta, io ci proverei ad ottenere quel lavoro, d'altronde, l'Italia non sono gli stati uniti, qui puoi sempre tornare...

Simona ha detto...

pubblicare un libro why not?
perché pubblicare un libro in Italia se non hai conoscenze in alto è impossibile!

effe ha detto...

key...se hai solo una mezza opportunità di trovare un lavoro rimani!!!non tornare più qua!!ma chi te lo fa fare?sto paese è ridicolo...hai la possibilità di costruirti un futuro nella più grande democrazia del mondo...per quale motivo dovresti avere anche solo mezzo dubbio sul fatto di iniziare a lavorare la?


daje kay !!!

susanna ha detto...

vabbè tu intanto il libro scrivilo, che non si sa mai :P