sabato 2 gennaio 2010

Back in town

30 dicembre, ore 4 del mattino, la sveglia suona. Mio padre mi da un passaggio per l'aeroporto di Bologna. Vado per tempo, preoccupata per la psicosi dei controlli aeroportuali post tentato attentato. Sono in fila, metto le mie borse, il computer e le scarpe dentro la macchina dei raggi x. Passo dall'altra parte e mi preparo psicologicamente a vedere tutta la mia biancheria sparsa per il tavolo di controllo. "Scusi, lei va a Londra?" mi chiede la guardia. "No, vado ad Amsterdam" rispondo io. "Ok, può andare" ribatte quello, senza nemmeno toccare il mio bagaglio a mano. No dico, se faccio saltare in aria Londra è un problema, invece se esplode Amsterdam chi se ne frega? Se dicevo Stati Uniti probabilmente mi avrebbero controllato, ma non si sono neanche preoccupati di leggere cosa c'era scritto sul mio biglietto. Invece quando sono arrivata ad Amsterdam la situazione era ben diversa. L'aereo è partito con trenta minuti di ritardo perché lo squadrone di persone preposte al controllo del volo era troppo meticoloso. Mi hanno aperto tutto, e messo le mani dappertutto. Fortunatamente niente ispezione anale. Uno di loro si è anche mangiato una liquirizia che avevo in borsa, per controllare che fossero davvero caramelle. Tastavano anche i bambini, in mezzo alle gambe, nonostante gli strilli. Mi domando se abbiano arruolato qualche seminarista per l'occasione. Una signora aveva i capelli tutti tirati su, con la sua bella acconciatura tutta in ordine e gliel'hanno fatta sciogliere per vedere che non nascondesse niente in mezzo. La sicurezza è importante, ma il terrorismo psicologico può essere anche peggio di quello vero. Il volo mi passa in fretta, riesco anche a dormire tre ore. Per la prima volta qualcuno viene a prendermi all'aeroporto all'estero. La città non è cambiata per niente. Mi sento come a casa. Non sento nemmeno il freddo. Dormo 14 ore. Resto ospite per qualche giorno, fino a quando non trovo una stanza mia. Passo dal supermercato. Mi ricordo subito cosa non mi è mancato per niente. Ho passato il capodanno a casa di amici. 8 persone, cibo e alcool, a casa all'una e mezza. Alla mattina del primo gennaio mi sveglio serena. Mando tipo 40 mail, rispondendo agli annunci su Craigslist. Devo andare a vedere 6 stanze in tre giorni. Al pomeriggio del primo gennaio faccio un giro in centro. Ci sono le statue di ghiaccio. Attraverso il parco e vedo che il lago è ghiacciato. La gente ci cammina in mezzo, ci sono i bimbi con gli slittini. Un cartello dice camminate qui a vostro rischio e pericolo. Loro non ti vietano niente, se vuoi rischiare di morire assiderato perché ti si rompe il ghiaccio sotto i piedi sono cavoli tuoi. Ma dove vanno le papere quando il lago ghiaccia?? Cammino ancora e arrivo al mercato delle verdure: è aperto. Esulto e compro tipo 4 chili di frutta e verdura per 4 dollari. Alla sera mi metto sul divano a leggere, dopo una lauta cena. Guardo fuori, inizia a nevicare intensamente. Ho voglia di uscire fuori e lasciare che la neve ricopra alcuni brutti ricordi.

2 commenti:

susanna ha detto...

Bentornata :)

EFFE ha detto...

WoW :-)