sabato 31 luglio 2010

Vivi ancora in provincia, ci pensi ogni tanto ai prezzi fuori?

Oggi al paesello ho incontrato una conoscente coetanea che in vita sua è raramente uscita dalla provincia di Ravenna.
cc: ehi ciao, mi hanno detto che sei a Firenze, com'è?
k: eh è una città molto bella, di sera ci vado spesso.
cc: ma non vivi in centro?
k: eh no, ho scelto di affittare una stanza vicino a dove lavoro.
cc: una stanza?? e nell'appartamento ci vivono altre persone??
k: sì due ragazze (sorvolo sulla nazionalità altrimenti costei inizia a correre scandalizzata)
cc: io proprio non ti capisco, alla tua età non hai voglia di vivere da sola?
k: no guarda sono masochista e sto bene solo se aspetto un'ora alla mattina per andare in bagno.
cc: io invece sto così bene nel mio bilocale...
k: ma certo che piacerebbe anche a me il bilocale, che ti credi, mica ho bisogno che me lo dici tu.
cc: e quindi? cosa aspetti?
k: quanto paghi di affitto nel tuo bilocale in centro al paesello?
cc: eh abbastanza, 400 euro
k: "abbastanza", te possino. Sai che in centro a firenze un bilocale costa anche mille euro? Dove vivo io magari si può pure trovare con 700, ma insomma è tanto comunque.
cc: che cifre folli, non capisco tutta questa differenza.
k: non lo capisci eh? sai, le città d'arte, i turisti, quando c'è molta domanda il prezzo aumenta...
cc: ah già. Ma sai che a Firenze non ci sono mai stata? Sono stata solo a Roma e a Venezia.
k: avevo questo sospetto... Ma almeno le vedi ogni tanto le rane?
cc: ehhh?
k: niente :p

venerdì 30 luglio 2010

Se si gioca, io sto in porta.

Negli ultimi mesi ho bramato una routine e ora è arrivata. Le giornate scorrono velocissime, oggi è già un mese che lavoro qui, e davvero mi sembra di aver suonato il campanello ieri per venire al colloquio. Mi dispiace molto non potere parlare più di tanto di questo lavoro (almeno per il momento) ma quando l'altro giorno una di voi mi ha chiesto "ma l'azienda è di quella ragazza che ti ha fatto il colloquio" ho capito che forse qui sul blog non ho descritto molto bene le dimensioni di questo posto. Vi metto un paio di foto per rendere l'idea. Nonostante si sia deciso di scendere in campo su internet soltanto adesso, l'ambaradan è in piedi da trent'anni. Oggi ci hanno chiamato fuori per fare la foto aziendale di gruppo, e con l'occasione ho scoperto che proprio qui accanto abbiamo un campo da calcio privato, che abbiamo calpestato in massa per lo scatto. Purtroppo non ci avevano avvisato prima, e casualmente ce l'hanno fatta proprio l'unico giorno in cui ho azzardato le converse ai piedi. In ogni caso mi sono messa dietro, così non esistono prove. Finalmente le temperature fiorentine sono in calo e così questa settimana sono uscita soltanto Mercoledì per presenziare al concerto del teatro degli orrori. Musicalmente mi sono piaciuti proprio tanto, voto otto. Voto quattro ai discorsi gggiovanilistici del cantante (sà ormai ho una certa età), voto zero ai tecnici della fortezza che quando è saltata la luce all'inizio dei bis non sono stati in grado di ripristinarla prima di venti minuti. Voto nove al cantante che non sapendo più cosa fare per ammazzare il tempo sul palco buio si è buttato all'improvviso sul pubblico per fare crowd surfing. Voto cinque a me che dopo dieci minuti di black out mi sono stufata e sono tornata a prendere la tramvia.

lunedì 26 luglio 2010

Piovono rane?

La settimana scorsa ho voluto provare groupon, un sito già molto diffuso negli Stati Uniti, e che sta muovendo i primi passi in Italia. Praticamente costoro vendono un buono sconto al giorno, usufruibile nella città selezionata. Per la maggioranza i buoni riguardano ristoranti e centri benessere. Siccome una delle mie colleghe l'aveva già provato, mi ha incuriosito e ho voluto provare pure io. Ho comprato due coupon validi 20 euro di spesa ciascuno, da spendere in un ristorante giapponese in zona san frediano, e li ho pagati dieci euro ognuno. Sabato siamo andati a sperimentare. Dopo essere stata in Giappone non sono più riuscita ad andare a mangiare giapponese perché mi sembrava tutto cattivo, praticamente è come passare dai tortellini fatti in casa dalla nonna a quelli di giovanni rana. Questa volta invece sono rimasta contenta, forse perché è passato abbastanza tempo per farmi dimenticare certi particolari sapori. Il mangiare con le bacchette invece è come l'andare in bicicletta, una volta imparato per necessità, non si dimentica più.
Domenica invece siamo andati in gita ad Arezzo in occasione del Play Festival. La città è molto bella e mi ha ricordato parecchio Urbino (forse anche perché ci ero andata in una circostanza simile). La pioggia sembrava voler fare dei brutti scherzi, ma poi alla fine è stata clemente. Vedere Bianconi dei Baustelle che canta "vivi ancora in provincia ci pensi ogni tanto alle rane?" è qualcosa di esilarante, ma quando canta i pezzi dei primi due album io a quell'uomo riesco ancora a perdonargli tutto, perfino quei baffi orrendi. Un quarto del pubblico cantava i pezzi dei primi tre album, le ragazzine quegli degli ultimi due saltando e pogando, e l'altra metà li ha pressoché ignorati perché erano lì per i Belle and Sebastian, musicisti di tutt'altro spessore.
La toscana mi piace sempre di più.

venerdì 23 luglio 2010

Vivere Firenze

Sto continuando ad uscire tutte le sere e probabilmente non è solo colpa del caldo. Dopo avere passato 7 mesi in libertà, quando di sera esco dall'ufficio dopo 9 ore, il mio fisico grida vendetta. Addirittura pretende che io mi faccia i malefici sei piani a piedi, senza l'ascensore. Ogni centimetro di muscolo grida muo-vi-mi. Così salgo in casa, mi doccio, mangio e ritorno giù, rigorosamente scendendo ogni gradino a piedi. La tramvia con la sua aria condizionata è come un'oasi nel deserto, e non mi dispiace per niente passarci una ventina di minuti per arrivare in centro. Mercoledì siamo tornati alla fortezza a vedere il concerto di Benvegnù con tutta la band al seguito, in aggiunta ai soliti c'erano pure i fiati. Tutti dei signori musicisti. L'arena era pienotta e lui si è pure tirato fuori una voce che oserei definire quasi da stadio. Niente a che vedere con questo massacro della sua canzone più bella. Ieri invece ho costretto il socio ad un improvvisato tour gelato-fotografico per le stradine più nascoste del centro. Gente, musica e artisti di strada, ovunque e a qualsiasi ora. E' veramente viva questa città. Peccato che io avessi dimenticato la mia macchina fotografica, ma voglio rifarmi presto, con tanto di cartina alla mano. I giapponesi mi fanno un baffo quando mi ci metto.


giovedì 22 luglio 2010

Antropologia internettiana spicciola.

Amanda Palmer ha pubblicato un disco istantaneo su internet. Il disco fa schifo. Il disco e il relativo merchandising hanno venduto per quindicimila dollari in tre minuti. Come è possibile? Ci siamo rincretiniti tutti?
Ho scritto "ci siamo", perché anche io che non regalo mai niente a nessuno le ho dato un dollaro, dopo aver letto questo post sul suo blog.
Nel post non scrive niente di particolarmente nuovo (se siete ricchi regalatemi uno zilione così mi compro un isola per fare festa con gli amici o se non avete soldi scaricatelo gratis ma non ignoratelo), però ciò che scrive lo confeziona in un modo che chi legge (capendo cosa legge, senza essere prevenuto a prescindere) fatica a trattenersi dall'aderire all'iniziativa. Personalmente il dollaro gliel'ho dato perché ha incitato le persone a scaricarlo gratis, alla faccia delle case discografiche che passano tutto il loro tempo a contrastare gli m-blog. Mi andava di sostenere la sua causa.
Gli altri suoi dischi mi piacciono, qui il massacro di canzoni dei Radiohead con stridolii e ukulele non si può sentire. Nonostante questo non rimpiango di averle dato il dollaro.
Il mio obiettivo lavorativo è imparare a scrivere come lei. L'obiettivo di questo blog invece è di non cambiare di una virgola. Viste le mie personalità contrastanti non dovrebbe essere difficile.


mercoledì 21 luglio 2010

Passeggiata serale.

Ieri sera dopo cena, sono andata in centro con la tramvia. Dopo una lunga passeggiata per sgranchirmi dopo la lunga giornata a sedere davanti al pc, mi sono premiata con un bel gelato.
L'atmosfera era uguale a quelle già vissute tante volte durante le vacanze estive nelle capitali europee. In giro c'erano tanti stranieri e artisti di strada, e per un attimo mi è sembrato di essere veramente in vacanza.
Poi sono entrata da Mel Bookstore a curiosare fra i libri usati. Toh, quello lì assieme a quella tizia assomiglia a Federico Fiumani, mi dico. Poi vado alla cassa e i due sono davanti a me. La cassiera ride, lui la fulmina.
c: no scusi, sorrido perché l'ho riconosciuta.
f: ah, ok. ci speravo.
Non ci sono dubbi, era lui. Firenze è un paesone, dove ti incontri dappertutto i personaggi locali. Due anni fa avevo Piero Pelù accanto alla Flog per il concerto dei Dinosaur Jr, e c'è chi si è incontrato Paolo Vallesi a fare la spesa. D'altra parte è così dappertutto, a Bologna c'erano Dalla e Guccini e a Boston ti potevi incontrare Matt Damon, la Palmer e Steven Tyler. Alla fine non è importante dove sei, quello che conta è come ti senti. Io, adesso, mi sento bene.


martedì 20 luglio 2010

Si viene e si va

pdc: pronto ciao, sono padronedicasa
k: oh ciao, buongiorno, dimmi tutto
pdc: niente, ti volevo informare che "quella" l'ho cacciata di casa.
k: chi?
pdc: la tua coinquilina rumorosa.
k: ah!
pdc: ho provato a parlarle ma lei ha detto che avrebbe continuato a fare i suoi comodi, e allora le ho dato dieci giorni di tempo per sloggiare.
k: maremma, non si scherza mica con te ehhh?
pdc: no ma tu non ne hai idea di che cosa è quella.
k: cioè???
pdc: il vicino di sotto ha protestato con una lettera scritta all'assemblea condominiale, perché tutte le notti verso l'una doveva sorbirsi un'ora di pesanti scricchiolii del letto e urla senza ritegno.
k: apperò...
pdc: e l'altra coinquilina un paio di volte mi ha detto che l'ha vista entrare in stanza con un collega di lavoro 45enne che non era il suo fidanzato.
k: olè!
pdc: insomma, te lo volevo dire, perché se la vedi che distrugge mezza casa perché è arrabbiata che la mando via, vorrei che mi avvertissi.
k: annàmo bene. Buono a sapersi, la mia stanza quando esco la chiudo a chiave allora!

L'altra ragazza invece per fortuna è a posto. Ci ho fatto una lunga chiacchierata ieri commentando l'accaduto e mi ha raccontato la sua vita. Mi ha detto che è felice perché lavorando sodo come infermiera ha ottenuto il permesso di soggiorno per due anni. Ha tre sorelle in Albania che saluta tutte le sere collegandosi con skype e facendo ciao con la manina. Il suo fidanzato è qui in Italia da sedici anni e il suo sogno è di sposarlo presto. Mi guarda mentre cucino la pasta perché dice che non è brava a fare il sugo e vuole imparare. Le chiedo come sono organizzate per le pulizie e mi spiega che ci sono turni di una volta alla settimana. Poi mi racconta che una volta la rumorosa ha preso la scopa alla ragazza che ho sostituito io e gliel'ha sbattuta in terra gridandole che non si pulisce così. Oh, come mi dispiace che se ne vada.

lunedì 19 luglio 2010

Ambientamento eseguito con successo.

E' lunedì mattina e dopo un week end intensissimo sono fresca come una rosa. La mia sveglia è suonata alle otto, mi sono fatta una bella doccia e sono uscita di casa alle otto e mezza. Alle otto e trentacinque è passato un autobus nuovo, pulito, vuoto e con aria condizionata. Alle otto e cinquanta ho varcato il cancello dell'azienda. I cinquanta minuti di viaggio sauna del treno pendolari&zingari vecchio lercio e puzzone verso Bologna sono ormai un ricordo (anche se non troppo sbiadito perché certe cose non si dimenticano facilmente).
Venerdì sono tornata in romagna per una notte, e sono andata al concerto di Dente all'Hana-bi, tanto per rivedere un po' di vecchi amici. Le canzonette di Dente sono carine, ma quando lui parla fra una canzone e l'altra è talmente antipatico che l'avrei preso a badilate nel sedere. E' così spocchioso che si è anche fumato una sigaretta un paio di volte mentre la gente accaldata attendeva la canzone successiva.
Sabato sono tornata a Firenze per andare alla fortezza da basso a vedere i Calibro 35. Non credo che mi comprerei mai un loro cd, ma l'idea che hanno avuto è molto bella. Nel maxischermo proiettavano "Milano odia" un film poliziesco degli anni settanta, dove le alfette della polizia venivano ancora chiamate madame e rincorrevano i malfattori per tutta la città. I Calibro 35 eseguivano in diretta la colonna sonora, e devo dire che ne è uscita fuori una bella cosa. La fortezza per come è organizzata all'interno mi ricorda molto il fu "made in bo", e credo che ci ritornerò ancora quest'estate, perché ho visto altre cosette interessanti nel calendario concerti.
Domenica l'ho passata a sguazzare in piscina. Poi passeggiata serale in centro e pizza con amici. Sono rientrata a casa con la tramvia a mezzanotte e mezza, e cinque minuti dopo ero a letto.
Strategicamente la posizione di dove vivo è perfetta. I problemi sonori di cui vi parlavo qualche post fa non si sono presentati, perché la mia stanza è dall'altra parte della casa, e quindi non mi riguardano. Se il caldo dà un pochino di tregua, fino a maggio mi sa che non mi muovo di lì.

venerdì 16 luglio 2010

Concerto imprevisto.

k: pronto?
p: ciao! senti, ti chiamo perché volevo chiederti se stasera venivi a s.......
k: vengo.
p: ma non ho nemmeno finito la frase!
k: non importa. sono solo le otto e se devo stare dentro questo forno tutta la sera domattina le coinquiline trovano un pollo allo spiedo gigante nel mio letto. dov'è che si va?
p: a san salvi, al fresco.
k: bene, c'è qualcosa di particolare?
p: ci suona un gruppo sconosciuto, però nel manifesto dice "ospite Paolo Benvegnù"
k: dai che se ci va bene magari suona un paio di pezzi.
p: e se va male suona solo la chitarra con quelli.
k: sempre pessimista tu.
Quando siamo arrivati, in prima fila c'erano ancora due sedie libere laterali. Il gruppo sconosciuto inizia a suonare sul palco e trenta secondi dopo inizio a sbadigliare, non li nomino perché se si cercano su google potrebbero rimanerci male. Dal secondo pezzo dormo senza ritegno. Dopo il quarto il cantante dice che lasceranno il posto a Benvegnù per suonare qualche sua canzone, e poi loro torneranno dopo. Mi sveglio di colpo.
k: appena ha finito lui andiamo via vero???
p: assolutamente sì.
E poi arriva lui con una sedia in una mano e la chitarra nell'altra, si piazza a venti centimetri dalla prima fila e inizia a cantare una delle sue tristissime canzoni strappalacrime. Altro che sbadigliare, a momenti non sbatto nemmeno le ciglia per non perdermi neanche una frazione di secondo. Fra un pezzo e l'altro parla tantissimo e risponde alle domande del pubblico. Un ragazzo gli chiede se la canzone che ha appena suonato è inventata o se si basa su fatti reali. Lui resta spiazzato e guarda nel vuoto e dice che purtroppo è reale. Poi, visto che san salvi è l'edificio di un ex manicomio, fa una digressione sul tema. Dice che se fosse stato ancora aperto probabilmente lui ora sarebbe stato lì dentro e che bisogna ringraziare Basaglia per la legge 180. In quegli anni chi aveva il sapere deteneva anche il potere, e quella è stata l'ultima legge etica che secondo lui è stata fatta. I malati da quel momento iniziarono ad essere trattati come persone. Poi sospira e dice che il nano fa quasi rimpiangere il gobbo. Come dargli torto. A questo punto però ci promette che suonerà pezzi più allegri e così fa nei successivi due. Poi chiude con la sua canzone più triste.
Il gruppo soporifero ricomincia, dopo mezza canzone stiamo già camminando verso l'uscita.

giovedì 15 luglio 2010

Vita sociale

La seconda notte nella casa nuova è andata molto meglio. Ieri sera la italian society si è recata in missione concerto degli A Toys Orchestra a Borgo San Lorenzo. La vita sociale è ufficialmente ricominciata in jeans corti e maglietta, e sinceramente se ne sentiva il bisogno. Questo gruppo ce l'ho sempre avuto nel cuore fin da quando mossero i loro primissimi passi, e ieri non si sono smentiti, anche se mi hanno fatto arrabbiare perché non hanno suonato la mia canzone preferita. Oltretutto divergo fortemente dalla copertina del loro ultimo disco perché la ritengo una delle più brutte di sempre, ma va bene così perché il lavoro di una band è allietare le orecchie e non gli occhi. Il concerto si è svolto in un micro palco secondario della festa dell'unità, e insieme al pubblico tipico si sono fermati tanti curiosi che li hanno apprezzati. Sono rientrata a casa all'una. Trenta secondi dopo aver toccato il letto mi sono addormentata e non mi sono più svegliata fino alle otto del mattino. Devo uscire più spesso.

mercoledì 14 luglio 2010

Casa nuova

Sono le quattro del mattino e non riesco a dormire. Come ogni "prima notte in un posto nuovo" l'insonnia è venuta a bussare alla mia porta. Ieri sera infatti è avvenuta la consegna delle chiavi e mi trovo nella stanza nuova.
L'appartamento è all'ultimo piano e per fronteggiare le temperature improbabili che si raggiungono qui dentro mi rigiro a trecentosessanta gradi nel lettone matrimoniale che al momento è senza cuscini perché nessuno ha pensato di dirmi che dovevo portarmi i miei. Il ventilatore gira imperterrito dal primo minuto in cui sono entrata in casa. Nel giro di sei mesi e mezzo sono passata dagli artici -20 °c dell'inverno Bostoniano ai +40°c della conca fiorentina. Voi direte che mi lamento sempre del tempo e avete ragione, ma sessanta gradi di escursione termica credo che frullerebbero chiunque.
Il padrone di casa ha fatto un po' l'italiano. Sinceramente me lo aspettavo, ma quando ho verificato che le foto che aveva messo su internet corrispondevano a realtà, mi sono fidata, anche perché non c'erano valide scelte alternative.
kay: c'è internet vero?
pdc: cerrrto, vai tranquilla!
kay: mi raccomando, perché mi serve per lavoro
pdc: sì sì che c'è, non ti preoccupare.
"Internet" secondo lui è una schedina della 3 da condividere fra tre coinquiline, la cui connessione va talmente lenta da non riuscire ad aprire nemmeno la chat di gmail.
kay: qui va lentissimo, io credevo che ci fosse l'adsl...
pdc: mai parlato di adsl. Però sei fortunata, nella tua stanza si prende una rete wireless a scrocco da un vicino.
kay: come sono fortunata, sìsì.
La rete wireless da cui vi sto scrivendo ora, è più veloce della sua chiavetta, ma da quando ho iniziato questo post si è già disconnessa tre volte.
kay: le coinquiline non ci sono?
pdc: arrivano fra poco credo, sai fanno le infermiere.
kay: ah già si me l'avevi detto. di dov'è che sono loro?
pdc: ah sì, ti avevo detto che erano straniere, beh sono una rumena e una albanese, ma tanto tu non è che ti fai problemi vero?
kay: fortunatamente no, a Boston ho pure convissuto con due russi, però visto che magari a tanta gente potrebbe dare fastidio sarebbe stato giusto dirlo prima per conoscenza no?
pdc: ma tanto sono bravissime ragazze! garantisco io per loro!
Durante questa conversazione si è aperta la porta di casa. E' entrata una delle due. In effetti mi è sembrata veramente tranquilla, faticheresti a dire che non è italiana.
coinquilina1: ciao, piacere. senti pdc, io e te dobbiamo parlare.
pdc: sì? dimmi tutto.
c1: io quell'altra non la sopporto più. Ha il fidanzato che dorme qui tipo cinque sere a settimana, e nelle poche sere che non c'è lui viene a trovarla un altro. Come se non bastasse sono pure molto rumorosi quando fanno le loro cose.
kay: coff coff!
pdc: non vi preoccupate, tra due giorni devo tornare per riscuotere l'affitto. Le parlerò e se non si dimostrerà ragionevole io la caccio di casa! Questo non è un porto di mare!
Iniziamo bene.
La seconda coinquilina è rientrata con il fidanzato un paio d'ore dopo, quando pdc era già andato via. Anche lei sembra italiana, ma al contrario dell'altra è un po' tipo vamp appariscente. Per questa notte lei e il fidanzato si sono trattenuti dal fare acrobazie sonore. Che gentili.
Mi consolerò domani quando andrò a prendere l'autobus che ferma qui di fronte e mi scaricherà davanti all'azienda dieci minuti dopo. Vero?

martedì 13 luglio 2010

Coerenze stilistiche.

Passare la giornata a documentarsi sui siti cosiddetti fashion sta iniziando a diventare una tortura. Non ho un soldo da spendere, almeno fino a quando non mi arriverà il primo stipendio. Ho la posta elettronica intasata di offertissime imperdibili e oltretutto mi rifiuto di finanziare la concorrenza.
Non me ne è mai fregato niente di apparire, e tuttora non me ne importa: mi piace pensare a me come l'orso asociale rintanato nella stanza bostoniana al riparo dal resto del mondo. Però cosa volete che vi dica, evidentemente è vero che la tentazione fa l'uomo ladro. Se io vedo delle Converse a 25 euro diventa proprio più forte di me resistere all'acquisto. Eppure dovrò imparare a controllarmi, perché ne possiedo già tre paia e in questo ufficio non le posso più mettere. Per fortuna è estate e rimedio con i sandali, ma per l'inverno non potrò di certo presentarmi qui con gli anfibi. Qui nessuno impone niente, ma le altre sono sempre tutte perfette e la competizione in un'azienda prettamente femminile raggiunge livelli infiniti. Dove lavoravo prima d'estate si andava in ufficio in pantaloni corti e ciabatte e l'atmosfera era molto più chill. Dopo aver passato sei anni in un posto del genere è dura riabituarsi al malefico pantalone con la piega.
Comunque fino a che questa fase di adattamento resterà il mio problema più grande potrò ritenermi fortunata. Avercene di questi problemi, signora mia.

lunedì 12 luglio 2010

A piece of cake?

Proprio dopo aver ribadito con forza che questo blog sono io, sto meditando di dare una svolta editoriale a questo blog. Non ho ancora bene le idee chiare però. Ci devo pensare.
Tutto questo perché sabato sera sono ritornata al paesello e sono uscita a bere una birra con un'amica.
"Ti scoccia se invito anche questa ragazza che ho conosciuto da poco?"
"Figurati, a me piace conoscere gente nuova".
Ecco io questa ve la vorrei davvero raccontare, perché la tizia in questione ha avuto una vita così disastrata da farmi restare a bocca aperta. Io credevo di averle già sentite tutte e invece al peggio non c'è mai fine. C'è anche da dire che vedendola così bella e fine non lo diresti mai, ma ha talmente bisogno di confidarsi che mi ha raccontato la sua vita anche se ci conoscevamo solo da un'ora.
Fossi stata in america avrei già spiattellato tutto qui sopra, perché la sua storia è veramente incredibile, ma si sa che l'Italia è un paese piccolo e mi tocca trattenermi.
Come se non bastasse probabilmente almeno fino a natale non ci saranno altri viaggi in programma, e pure la sezione che qualcuno ha definito national geographic subirà una lunga pausa.
Se mi mettessi a scrivere di moda so già che qualcuno mi prenderebbe giustamente a pomodorate, perciò evito.
Quindi che faccio?
Posto la ricetta del tiramisù?
Uno di voi mi ha scritto che forse per il blog era meglio che restassi all'estero, e credo che abbia ragione. Per quanto riguarda la mia vita privata però no. Col senno di poi rifarei tutto quello che ho fatto per ritrovarmi qui ora. Anche gli sbagli, perché senza di essi non avrei avuto il coraggio di ripartire da zero.
Forse la torta di mele mi riesce meglio. La mia preferita però è la torta di riso.



giovedì 8 luglio 2010

Work in progress

Il bilancio dopo la prima settimana fiorentina è che io questo tipo di lavoro mi sono resa conto di amarlo.
Quando secoli fa vidi "what the women want" e i protagonisti erano seduti attorno a un tavolo per tirarsi fuori idee creative da utilizzare in uno spot pubblicitario, io pensai che era un lavoro da sogno. Sorvoliamo sulla faccenda che per capire le donne lui si fosse messo i collant. Giuro che se continuo ad occuparmi di queste cose non penserò mai di indossare un paio di boxer per capire cosa vogliono gli uomini dalla moda!
Ritornando al qui e ora, stiamo facendo un lavoro enorme di ricerca sul settore, però capita spesso che ci si ritrova tutti in sala riunioni e ognuno spara le sue nuove idee di marketing.
"E se facessimo questo?"
"E se facessimo quello?"
"Fermi tutti, io non voglio essere uno fra i tanti, io voglio essere qualcuno. Voglio L'IDEA"
Lavorando così il tempo vola e ci si appassiona. Io questo bambino internettiano che presto nascerà me lo sto già prendendo a cuore. Non si tratta più di un lavoro, ma di una sfida. Poi magari non andrà come sperato, ma non si potrà dire che non ci abbiamo provato.
Di certo costoro non hanno bisogno di questo blogghetto per riuscirci. Anzi, se mai vedrete qui sopra un link con scritto compra questo o compra quello, vi autorizzo a sputarmi in un occhio quando mi vedete in giro.

mercoledì 7 luglio 2010

Sfogo da sindrome premestruale

Ho già ricevuto la mia prima infamata per il post precedente perché ha a che fare con il mio nuovo lavoro, e a cui ho risposto senza mezzi termini. Chiariamo subito come stanno le cose: questo blog sono IO.
La categoria io, se non ve ne siete ancora accorti, da quando è stata istituita comprende: me, la zona dove abito, il posto dove lavoro, le persone strane che incontro, le città che visito, e il santo che mi sopporta (detto volgarmente italian society, nel caso non ci foste arrivati).
Io parlo delle cose che succedono nella mia quotidianità.
Se prima vi faceva figo leggere storie dall'america e adesso vi risulto noiosa e scontata solo perché vivo nella vostra stessa PENisola, siete liberi di aggiornare i vostri blogroll. IO sono sempre IO e non cambio solo perché sono salita su un aereo con una valigia grossa. IO ero IO anche prima di partire, quando molti di voi non mi conoscevano.
Continuerò anche senza il vostro permesso a scrivere le cose che mi succedono, e a parlare delle cose che mi hanno fatto riflettere divergendo dalle mie opinioni. Nel caso preciso, la MIA divergenza dall'acquisto di abbigliamento su internet è stata superata, la tua è libera di stare dove sta.
Buon proseguimento per chi rimane.
Auguri e figlie femmine a chi va.

martedì 6 luglio 2010

Acquisti on-line

Nel 2002 effettuai il mio primo acquisto on-line per comprare il biglietto di un concerto. Le mie amiche si domandavano se fossi pazza a comunicare a qualcuno i numeretti magici. Da quel giorno ho sempre comprato di tutto su internet, perfino l'aspirapolvere. A Boston ci ho addirittura ordinato la pizza, seguendo il tracking delle fasi di preparazione. Per ironia della sorte, l'unica cosa su cui ho sempre avuto dubbi, è stato l'acquisto di abbigliamento. Ho effettuato il primo soltanto quindici giorni fa, per iniziare a studiare questo mondo, per ragioni lavorative.
Il mio dubbio più grande era ovviamente "e se dopo non mi va bene? come si fa a comprare un capo di abbigliamento senza misurarlo?"
Dopo aver analizzato il tutto in profondità mi sono mangiata le mani per tutte le buone occasioni che posso aver perso.
Per prima cosa, tutti i siti di questo tipo dopo averti mostrato il prodotto da tutte le angolazioni possibili e averti dato indicazioni sulla vestibilità, accettano il reso gratuito. Per quanto riguarda i soldi si può scegliere se lasciarli lì a credito per futuri acquisti, o se farsi fare un bonifico di rimborso.
Poi, tutti questi siti vendono cose della stagione precedente ad almeno il 50% di sconto. Essendoci molta competizione, a volte distribuiscono coupon con ulteriori sconti.
Un'altra obiezione comune fra gli alternativi medi è: a me di avere un capo "firmato" non me ne importa niente, posso vivere anche senza. Questo lo posso capire, ma bisogna esaminare anche l'altro lato della medaglia. Quando gli imprenditori italiani chiudono le fabbriche perché non ci stanno dentro con i costi, noi tutti ci indignamo. Buona parte delle persone che si indignano, quando acquistano non fanno nemmeno caso all'etichetta made in Italy, e finanziano economie straniere, la Cina in primis. Acquistando abbigliamento di marca italiano a prezzi stracciati invece abbiamo la garanzia della qualità, paghiamo poco comunque, e aiutiamo le aziende italiane a non chiudere.
Il mio primo acquisto è stato una cintura di vera pelle di una stilista emergente, pagata solo 28 euro. Al mercato roba che una cintura di plastica cinese la paghi uguale, se non di più.
Meditate gente, meditate!

venerdì 2 luglio 2010

Al lavoro!

Ieri ho iniziato il nuovo lavoro, insieme alla mia nuova collega. E' stata una giornata impegnativa, ma ne sono uscita entusiasta. Abbiamo preso possesso delle nostre scrivanie nell'ufficio marketing e dei nostri nuovi portatili. Ci hanno presentato tutti, e abbiamo partecipato a un paio di riunioni introduttive per darci una prima infarinata sulle strategie che andremo a mettere in atto. Praticamente dobbiamo lanciare un nuovo sito di e-commerce che andrà on-line a settembre, e sarà una bella sfida.
L'unico lato negativo della giornata è che l'ostello in cui volevo stare fino alla consegna della stanza a metà mese, è assolutamente da bocciare. Fortunatamente ho già trovato un'altra sistemazione provvisoria, dove passerò la settimana prossima.
Purtroppo quell'ostello ospita tre soggetti da me molto divergenti, nella stanza accanto. La stanza accanto è la mia stessa stanza, divisa da una parete di cartongesso alta solo fino a tre quarti del muro. Si sente tutto. Praticamente una fila interminabile di prott e burp, nonostante l'alto volume della loro tv portatile accesa fino a mezzanotte e mezza. Una volta spenta iniziano le loro chiacchiere sulle speranze che il comune gli dia una casa, e sul sussidio di disoccupazione. Poveretti, sicuramente nella loro vita sono stati sfortunati, ma io in due notti ho dormito 6 ore totali e al secondo giorno di lavoro non avevo in programma di andare in giro con una flebo di caffé. Pazienza, mica poteva essere tutto perfetto da subito, no?