sabato 3 aprile 2010

New Orleans

New Orleans è devastante. Forse alloggiando nel centro città lo è un po' meno, ma i dintorni dell'india house (il nostro ostello) parlano da soli. L'uragano Katrina è passato cinque anni fa, ma in alcune zone sembrano cinque mesi. All'uscita dell'aeroporto non c'era l'ombra di un mezzo pubblico, e siamo saliti su un taxi. Lionel, il tassista nero è nato qui. Avrebbe dovuto fare il cabarettista. Ci ha intrattenuto per tutto il viaggio, raccontandoci qualsiasi cosa sulla città. Cinque anni fa, quando al telegiornale pochi giorni prima avevano preavvisato l'uragano, si è trasferito per sei settimane a casa di amici più a Nord, e per questo è scampato al disastro. Gli abbiamo chiesto come mai non siano scappati tutti come lui, e ci ha risposto che gli uragani accadono di frequente da queste parti, e la gente non ha i soldi per scappare via tutte le volte. L'allarme per Katrina non era stato particolarmente sottolineato, e a causa di questo è successo il disastro. L'ostello a giudicare dal grande numero di commenti positivi sulla rete è una delle migliori sistemazioni in città a buon prezzo. Sembra la casa di un hippie fuggito dagli anni 60. Alle pareti ci sono le foto della strada dopo l'uragano, e le foto della risistemazione. In giardino c'è addirittura una piscina esterna. L'edificio è come tanti altri sopravvissuti al disastro, e poi ristrutturati. Sembra che una forza abbia tirato verso l'alto le case e poi le abbia riappoggiate giù. Appena arrivati abbiamo fatto una passeggiata fotografica nei dintorni, e sono rimasta senza fiato. La periferia, con tutte queste case semidistrutte ti atterrisce. I marciapiedi sono per lo più divelti. Le aiuole non sono tagliate e le erbacce sono alte. I pali della luce sono tutti storti. Per le strade passano auto di ragazzi neri con la musica a tutto volume, che rallentano e ti squadrano. L'atmosfera di abbandono mi trasmette una sensazione allucinante, come se tutte quelle anime vagassero ancora senza pace per la città a cui sono state strappate. Passare da Miami a qui è come passare dal pieno giorno alla notte più buia. Poco dopo sulla destra ci si mostra imponente il palazzetto che è apparso su tutti i giornali per le mostruosità che sono successe al suo interno nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. Trecento passi più avanti inizia il centro città ed è come se nulla fosse accaduto. Tutto è ristrutturato e colorato. Il french quarter è affollatissimo di turisti. Voltiamo su Bourbon street, la strada famosa per gli innumerevoli locali blues e jazz ed è tutta una festa. Sembra un altro pianeta. In quasi tutti i locali ci sono concerti live, la gente beve per le strade, e i palazzi colorati sembrano usciti dal vecchio west. Al termine della via, arriviamo al lungo fiume e così senza preavviso ci ritroviamo davanti al Mississippi River. Questo enorme fiume stracolmo d'acqua non può fare altro che lasciare senza parole. Camminiamo ancora storditi da questo turbine di emozioni contrastanti, e passiamo davanti a un posto che vende bastoncini di carne di coccodrillo come snack. Ne ho assaggiato uno e devo dire che non è male, anche se un po' troppo piccante. Poi in serata, siccome ero ancora in vena di provare cose nuove ho assaggiato anche la dottor Pepper. La d.p. è la bevanda più dolce che esista al mondo, sembra un ghiacciolo all'amarena sciolto con l'aggiunta di anidride carbonica. Un tizio del Wisconsin che ci ha attaccato bottone in ostello ci ha detto che da bambino ne andava matto e ne ha bevuti un sacco di galloni. Il tizio era fuori come un balcone e io sospetto che ci sia rimasto per colpa della bevanda in questione. Una persona normale a vivere nel Wisconsin non ci andrebbe mai. Io se domani non posto è perché la dottor pepper mi ha resuscitato il coccodrillo nella pancia. Burp.

4 commenti:

MG ha detto...

bel post. Pensavo avesasero sistemato la città in gran parte. Magari qualcuno ha abbandonato la casa.

arPegaso ha detto...

Bhe, Viale Carducci in Agosto e' molto peggio.

Comunque, se a 5 anni dal disastro gli Usa stanno messi cosi', noi non ci possiamo lamentare.

Ma nell'ultima foto stavi per sorridere? No eh!? Mi raccomando! Se no chissa' cosa succede!

Simona ha detto...

mude: ci sono tante case abbandonate, sì.

arpegaso: ma tu sei di cesenatico quindi?? quanti anni hai?
comunque tanti sorrisi questa settimana :)

arPegaso ha detto...

@kay
Nella ridente cittadina ci ho passato le ferie per taaanti anni.
Ho "qualche" anno piu' di te.
Sorridere va bene ma nelle foto mantenere aria da funerale, come al solito insomma.