venerdì 27 agosto 2010

Social asocial

In questi ultimi tempi ho rilevato che l'immaginario collettivo per quanto riguarda chi fa il mio genere di lavoro spesso commette un grande errore di valutazione.
Più o meno l'iter dell'aspettativa che si crea è questo: lavori nel marketing = in sostanza fai la pr di qualcosa = sei sicuramente una persona più che socievole nella vita reale. Questo è indubbiamente vero per chi si occupa di marketing tradizionale. Quando invece l'effettiva occupazione è il social media marketing le cose cambiano, eccome.
Elena Franco su BuzzTrainers giusto ieri sottolineava che non si diventa esperti di promozione on-line in due giorni: è infatti necessario un lungo tempo di studio e monitoraggio delle dinamiche sociali sul web.
Da qui, applicando la logica si arriva alla conclusione.
Salvo rari casi, chi si è ritrovato a fare questo lavoro, lo fa anche perché negli ultimi 5 o più anni, ha trascorso davanti al pc dalle 8 alle 12 ore quotidiane, ogni singolo giorno (periodi di ferie esclusi). Ora, se fate due più due, potrete anche voi capire che una persona che dopo aver lavorato otto ore in ufficio davanti a un pc, molto spesso torna a casa e ci passa contenta le successive quattro ore a chiacchierare con le persone attraverso un monitor, non è esattamente ciò che definirei un party animal. Poi ovviamente ci sono i giorni in cui la luna gira bene, e anche gli orsi escono dalle tane e danno il meglio di sé, ma ciò avviene di rado. Tipo ieri sera alla cena aziendale c'è chi giura di avermi visto ridere e scherzare, ma non esistono foto e non ci sono prove, a parte una bottiglia vuota di amaro del capo che ora probabilmente si trova dentro a un cassonetto di fronte a uno dei tanti pizzaman fiorentini.

mercoledì 25 agosto 2010

Critiche costruttive

Chi mi segue su twitter già sa che per lavoro, tra le altre cose sto monitorando la fashion blogosfera. Dopo un paio di mesi di letture non riesco a non fare un'analisi antropologica a confronto con la blogosfera a cui sono sempre stata abituata io.
Nella fashion blogosfera non esistono critiche, nemmeno quelle costruttive. Io sono stata abituata con lettori che se vedono un piccolo errore ortografico dovuto ad una svista me lo segnalano immediatamente, e pensavo che trattandosi comunque di blog, la platea dei lettori non differisse così tanto.
E invece no. Questi fashion blog sono in buona parte ricettacolo di errori-orrori, specialmente quando chi scrive azzarda traduzioni in inglese, e nessuno gli dice niente. Una tizia sta scrivendo "cancellarò" invece di "cancellerò" da più o meno venti post e nessuno gliel'ha ancora fatto notare. Un'altra in occasione di una vacanza a New York continuava a scrivere ogni giorno saluti da new YOK, fino a quando sono sbottata e gliel'ho scritto. Si è offesa. Forse sono io che esagero per quanto riguarda la grammatica (qualcuno ha detto congiuntivo?), ma non è l'unico problema.
A queste fashion blogger sembra che tutto sia concesso. Pare che pubblicare le tue foto su internet ti renda a pieno titolo un'esperta di nuove tendenze. Non riesco a togliermi dalla mente colei che si è fatta fotografare con un paio di pantaloni a vita alta e cavallo basso che pur essendo una bella ragazza la facevano sembrare un'anaconda. Il punto non è lei però, perché a vent'anni le cantonate le abbiamo prese tutti. Il problema sono i suoi commentatori. Su 40 commenti non ce n'era uno realista. Tutti le sbrodolavano addosso dei "coooome staaai beeeene" più falsi dell'ottone. Con quaranta commenti così chi non si convincerebbe di essere veramente cool?? La nuova netiquette sta mettendo in ombra il concetto di critica costruttiva, e questo non va bene. L'unica persona sincera in mezzo a tanti leccaculo che sperano solo in un link o in una citazione, rischia di fare la figura del troll acido. Forse dovrei solo stare zitta davanti a tutto questo, perché costoro sono leve reali dell'economia, fanno girare una quantità di soldi enorme, e se tutto va bene finirà che pagheranno lo stipendio pure a me. Purtroppo per loro però, queste ventenni un giorno diverranno trentenni e si renderanno bruscamente conto che la vita non è tutta rose, fiori, bambagia, e vestitini rosa di chanel. 
Ma chi se ne importa di loro fondamentalmente? Tornando a me, che non riesco a non scrivere un post come questo che va totalmente contro ai miei interessi per una pura questione di coerenza e di etica, in questi giorni sono stata veramente combattuta e mi sono chiesta se davvero sarò in grado di fare il lavoro per cui sono stata assunta. Per quanto riguarda l'aspetto di customer care so già che non avrò problemi, perché questo tipo di compito l'ho già svolto ampiamente con successo. Per il resto ci proverò, anche perché sembra abbastanza chiaro che il mio account twitter personale e il mio blog personale sono e resteranno slegati da tutto il resto. Il lavoro è lavoro, e sono sempre stata abituata a prenderlo molto seriamente. Il mio blog invece è fuffa coerente, ma pur sempre fuffa.
Detto questo, ora posso ringraziare Manuel Agnelli per essere andato a Sanremo.

martedì 24 agosto 2010

Itinerario toscano

Forse i miei post in stile national geographic non vi sono mancati, ma vi posso assicurare che a me invece sono mancati tanto. Anche se cerco di riabituarmi gradualmente alla staticità, vedere posti nuovi è sempre stimolante. La italian society è partita in gita sabato mattina, per dimostrare alla sottoscritta che la toscana non è solo Firenze, e ci è riuscita benissimo.
Sabato l'abbiamo dedicato tutto all'esplorazione di Siena. Piazza del campo toglie veramente il fiato. Perdersi in tutti i vicoletti con la macchina fotografica è stato davvero bello. La serata è stata invece dedicata ad omaggiare un vino locale. Le foto della giornata sono qui
Domenica mattina ci siamo alzati di buon ora con lo scopo di visitare Pitigliano, un antico borgo etrusco. Purtroppo (o per fortuna) abbiamo mancato l'uscita della superstrada, e siamo arrivati fino ad Orvieto, che abbiamo deciso di visitare anche se non era in programma. La cittadina è stata costruita arroccata su una rupe, e vista da sotto è veramente spettacolare. Anche il borghetto è molto ben conservato. Le foto qui.
Da lì siamo ripartiti quasi all'ora di pranzo. Poco dopo ci siamo fermati in un ristorantino le cui pappardelle al cinghiale resteranno per sempre nella storia. A Pitigliano il tempo sembrava essersi fermato, e valeva la pena tutta la fatica fatta per arrivarci. La tappa successiva dopo avere attraversato tutta la maremma con Suburbs nell'autoradio era la vetta del monte Amiata. Durante questi giorni caldissimi un po' di fresco era veramente necessario. Poi siamo passati da Chianciano, dove siamo rimasti dieci minuti giusto per renderci conto che non c'era molto da vedere, e poco dopo abbiamo parcheggiato l'auto a Montepulciano che io credevo essere famosa solo per le rane dei Baustelle, e invece ho scoperto che lo è perché ci hanno girato un episodio di Twilight. In effetti non ci abbiamo trovato nessuna rana. La cittadina, nonostante twilight e Bianconi, è molto bella e caratteristica. Sulla via del ritorno siamo passati da Pienza, città nota per il famoso pecorino, ma non ci siamo fermati a scattare foto perché dovevamo rientrare a Siena per il concerto di Brunori Sas alla festa dell'umidità. Il concerto ha soddisfatto le aspettative, la pizzeria della festa no. Un'ora e mezza per una pizza cattiva è davvero troppo.
Lunedì mattina siamo ci siamo diretti subito all'abbazia di San Galgano, che è quel posto per cui è stata sicuramente creata la definizione di "cattedrale nel deserto". Questa costruzione imponente in mezzo al niente lascia veramente senza parole. Tutto intorno solo girasoli e cipressi. Sulla collina accanto c'è un'altra chiesa più piccola dove c'è conficcata una spada nella roccia dal 1180. Dopo essere sopravvissuti alla temperatura infernale raggiunta all'interno dell'auto parcheggiata al sole, abbiamo percorso una strada lunghissima dove in tutto abbiamo visto meno di venti case, colline di terra rossa e uno zilione di alberi, siamo giunti a Monteriggioni. In questo luogo dove pure il tempo si è fermato, c'è una cittadina chiusa dentro mura inespugnabili. Lì davanti c'è l'indicazione per percorrere la via Francigena, così se un giorno impazzisco e decido di andare a piedi in Inghilterra, so anche da dove partire. Dopo un ghiacciolo salvavita ci siamo diretti verso San Gimignano, che è stata l'ultima degna tappa della gita. Il borgo medioevale è un vero gioiellino, ed è invaso dai turisti da ogni parte del mondo. Ad un certo punto volevo prendere un muro a testate perché pur avendo visitato mezzo mondo, non ero mai stata in questo posto meraviglioso a sole tre ore da casa. Tutte le foto residue sono qui. Sospiro.

mercoledì 18 agosto 2010

Twittiquette

In questo grande minestrone a crescita esponenziale che sta diventando twitter, ognuno fa quello che gli pare, ed inizia ad emergere fortemente il bisogno di una netiquette personalizzata, una twittiquette scritta nero su bianco.

I sette comandamenti di twitter

- Regola n.1 (Valida per tutti i sn)
Non linkare i feed di un altro social network su twitter. Se lo fate infastidirete tutti. Chi è interessato e vi segue su entrambi i siti sarà costretto a leggere due volte il contenuto, chi non vi segue sull'altro social non è evidentemente  interessato a quel tipo di contenuti.
Traduzione: in particolare avete rotto le scatole con foursquare, gowalla, blip, e la madonna. 

- Regola n.2
Twitter non è una chat. Alla gente non importa di leggere le vostre conversazioni private.
Traduzione: se dovete fare più di tre reply a una persona, scrivetegli una mail o contattatelo in gtalk, messenger, facebook e sticazzi.

- Regola n.3
Non twittate in quantità industriali. Cercate di non invadere le timeline altrui. 
Traduzione: va bene le manie di protagonismo, ma superare i 30-40 twit al giorno è eccessivo. Se hai così tante cose da dire apriti un tumblr e vomita lì.

- Regola n.4
Bestemmiare è consentito.
Traduzione: questa è per i veneti, altrimenti non scriverebbero più niente.

- Regola n.5 
Non postate il link a ogni singolo post del vostro blog. Se lo fate sistematicamente la gente smetterà di cliccarci. Fatelo solo quando lo ritenete veramente interessante.
Traduzione: il feed automatico del blog su twitter ha logorato il logorabile.

- Regola n.6
Non abusare del follow friday. 
Traduzione: se ogni venerdì consigli di followare ogni singolo tuo contatto, non ti stupire se questi si dimezzeranno nel giro di tre settimane.

- Regola n.7
Defolloware senza pietà chi se ne sbatte e non rispetta le precedenti sei regole è sacrosanto.
Traduzione: se non capisci che rompi, puoi andartene a quel paese senza passare dal via.

Ps. se non siete ancora iscritti a twitter non fa niente. Se siete iscritti e non mi followate, non avete capito nulla.


martedì 17 agosto 2010

Luoghi comuni da sfatare

Quando sento dire certe cose mi si impenna la divergenza che poi non resisto più e da qualche parte devo sfogarmi.
Questa volta parlo di un paio di risposte relative a una domanda facente parte di un sondaggio sul commercio elettronico.
Domanda: compreresti mai on-line?
Risposta1: no perché non mi fido a usare la carta di credito su internet.
Risposta2: no perché gli oggetti li voglio toccare con mano.
Mia divergenza su risposta1:
ma porcaccia la miseriaccia o popolo stolto e ignorante, lo volete capire che sono mille milioni di volte più sicure le transazioni su internet che avvengono attraverso server sicuro, rispetto alle transazioni che avvengono in negozio col pos??? Lo sapete che i vostri stramaledetti numerini viaggiano cifrati e che nessun operatore del sito può vederli??? Lo sapete che in negozio il commesso può invece trascriversi i numeri?? Allargate un po' i vostri orizzonti e lo potrete comprendere meglio anche voi. Se un sito dovesse per ipotesi "rubare" i numeri di una carta (precisato che è impossibile) smetterebbe di lavorare il giorno dopo perché la notizia si diffonderebbe in tre secondi. Siti aperti da anni sono più sicuri dei soldi sul conto corrente ormai.
Mia divergenza su risposta2:
è dagli anni sessanta che milioni di casalinghe comprano da catalogo sul postalmarket, su dmail e sulla bottega verde e nel duemiladieci all'improvviso gli prende voglia di toccare le cose con mano?? Lo so io cosa dovrebbero toccare con mano più spesso costoro!
Perdonatemi lo sfogo, ma ci stava tutto.

mercoledì 11 agosto 2010

Dualismi.

No, non scrivo niente sulle mie coinquiline perché sarebbe come sparare sulla crocerossa e non farebbe nemmeno ridere. La coinquilina "cacciata" alla fine ha supplicato padronedicasa che le ha concesso di rimanere purché faccia la brava. Vedremo quanto dura. Nel frattempo a tempo perso continuo a leggere gli annunci di affitti in preda a un tumulto interiore. Sento le due vocine che si scontrano.
voce1: monolocale! monolocale!
voce2: pagare un affitto alto è come buttare i soldi dalla finestra.
v1: privacy! privacy!
v2: ma se sei sempre fuori casa. quando sei in casa chiudi la porta della stanza e buonanotte.
v1: niente più lavatrici fatte partire dalla coinquilina alle sei del mattino!
v2: beh sai che non hai tutti i torti?
v1: niente più odori forti di fritto in cucina!
v2: ok, mi hai convinto. è da pazzi accendere un mutuo di questi tempi avendo un contratto precario?
v1: però forse la tua sistemazione attuale non è così male... è una casa pulita, è vicina al lavoro...
v2: eh lo so!
v1: certo che però l'indipendenza...
v2: ti odio.

giovedì 5 agosto 2010

Curriculum 2.0, aka tu non sai chi sono io.

Mi rendo perfettamente conto che arrivando in una azienda nuova sia necessario rifare la gavetta da capo, nonostante l'età. In effetti avevo già messo in preventivo di tutto, perché si sa, le persone necessitano di tempo per imparare a conoscersi a vicenda.
Poco tempo fa, sia io che la mia collega, abbiamo avuto un paio di problemi con il pc che ci era stato fornito nuovo di pacca. Niente di che, capita, ma forse ci è scappato un commento di troppo in merito, e la risposta è stata "cosa gli fate a quei poveri pc".
Questo giovincello non mi conosce, e non posso colpevolizzarlo più di tanto, però per prevenire ulteriori divergenze future, vorrei rovesciare su questo post un po' di orgoglio ombelicale che dalla chiusura del precedente blog è andato perduto.
Ho iniziato ad usare il pc ed il relativo pacchetto office nel lontano 1997. Nel 1999 ho insegnato alle mie colleghe di lavoro come si faceva ad inviare un allegato in una mail. A fine 2001 ho installato da sola a casa il modem adsl. Nel 2003 quei pazzi dei miei colleghi della web agency mi incaricarono di aiutarli a moderare la chat ufficiale irc di vasco rossi (ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio). Nel 2004 ho aperto il mio vecchio blog, il cui picco di visitatori unici giornalieri in un paio di occasioni superò quota mille (grazie a link da blog illustri), e nei due anni più attivi faceva intorno alle 350 pagine viste al giorno (che per un blog diaristico non sono così poche). Durante le prime settimane di vita di blogbabel (la classifica italiana dei blog) il mio si piazzava nei primi cento, poi quando gli smanettatori capirono come fare per salire in classifica scivolai più indietro perché ancora non avevo la dimestichezza necessaria con alexa e feedburner. Nel 2005 ho pubblicato un post da un boeing 737 in volo da New York a Francoforte, dopo aver fatto il live blogging della vacanza americana postando quotidianamente tutte le foto sulla mia gallery online (sono cose che oggi fanno tutti, ma nel 2005 no). Nel 2006 ho rifatto la stessa cosa per il viaggio in Giappone. Sempre nel 2006 venni contattata dalla redazione di splinder per curare il blog vitadablogger, dal quale poi è stato tratto un libro. A fine 2006 il mio capo viste le mie skill decise di propormi lo spostamento dall'amministrazione alla gestione web di boxol.it. Nel 2007 grazie a un post su uno dei tanti miei viaggi solitari venni contattata dalla redazione della Tui (leader mondiale dei tour operator) per collaborare alla realizzazione di una guida viaggi online. Nel 2009 sono partita da sola per l'america e ho documentato tutto in questo blog e su picasa. Non mi sono volutamente sbattuta per promuovere questo blog a dovere, perché preferisco dedicare più tempo alla mia vita privata. Nel 2010 ho trovato il mio attuale lavoro grazie a un link su twitter.
Non sono grandi cose, ma spero che almeno tolgano qualsiasi dubbio sulla mia capacità di accendere un pc ;)