domenica 22 novembre 2009

Tailgate party

In uno dei post precedenti vi ho già parlato dei tifosi dei Red Sox, la squadra di baseball di Boston. A quanto pare da queste parti i ragazzi sono tutti appassionati di sport e il baseball non è l'unica religione. Sono tutti incollati alla tv anche durante le partite di basket dei Celtics, e se si recano al palazzetto indossano la maglietta verde d'ordinanza. Non dimentichiamo il football americano e le magliette rosse e blu dei Patriots. Qui con il merchandising ci fanno un sacco di soldi. Indossare ovunque la maglietta del proprio team, o della propria scuola, è cool e ti fa sentire parte di qualcosa. I Boston College Eagles, sono la squadra di football dell'università di John. Le loro magliette sono gialle. Ieri hanno giocato l'ultima partita della stagione di campionato. Cosa ci trovano gli americani in questo sport zozzo e violento proprio non lo capisco. John mi ha invitato alla seconda parte del tailgate party dopo la partita. A quanto pare non puoi capire a fondo l'america se non hai mai presenziato ad un tailgate. Io l'unica cosa che ho capito è che qui ogni occasione è buona per fare dei party.
Comunque, tanto per rendere l'idea di come se la spassano nel tempo libero e aggiungere materiale al mio studio antropologico, provo a spiegarvi di che cosa si tratta. Il giorno della partita di football i vari gruppi di amici e alcuni dei loro genitori si accampano negli spazi verdi intorno allo stadio alle nove di mattina, con l'attrezzatura da pic nic professionale, tipo tavolini, sedie e mezzo supermercato. Poi, iniziano a fare fuori tutte le birre, i biscotti e le patatine e tutto il junk food che vi può venire in mente, fino a mezzogiorno. A questo punto si trascinano come possono dentro allo stadio, sbraitano urlano e ruttano l'impossibile per tifare la loro squadra, per le tre ore seguenti. Sì, lo fanno anche le madri. Alle tre finisce la partita, si ritorna tutti al proprio tailgate, e ha inizio il barbeque. A questo punto sono arrivata io con il mio cappottino, invitata da un sms di John che diceva "vieni al posto X alle 3, per il bbq". Senza spiegarmi niente di tutto ciò. Ero l'unica senza maglietta gialla, e senza infradito ai piedi. Per fortuna lo spirito di adattamento e di immedesimazione non mi manca. Mi sono bevuta immediatamente una birra per calarmi nell'atmosfera e mi sono chiesta perché con tutte le birre che ci sono al mondo questi si stanno bevendo della schifosissima Coors che sa di acqua tonica. Sul tavolo c'è anche del pessimo vino rosé della California. Il barbeque viene usato esclusivamente per cuocere hamburger che rapportati a quelli del Mac Donald sono anche molto buoni. Fiorentina? Qualcuno di voi lettori ha detto fiorentina salsiccia e castrato? Zitti per favore, zitti. ZITTI. Nella zona intorno allo stadio vedo qualcosa come tipo non lo so, forse quattrocento microassembramenti. Tutti allegri e spensierati. Ad un certo punto ho visto passare una birra Hoegaarden in mano a uno dei genitori e chiedo a John: dove l'ha presa lui quella? Non lo sa. Poi passa la moglie, con un bicchiere di vino rosso come dio comanda. Eh no eh, qui c'è qualcosa che non va. Attacco immediatamente discorso con la signora, perché io devo capire.
k: bella giornata eh?
s: oh sì. sai, questo tavolo di barbeque l'ho organizzato io per gli amici di mio figlio. ma tu da dove vieni?
k: io sono italiana, sono qui per qualche mese, per studiare inglese.
s: ah ma dai, anche mio marito è di origini italiane. E' per questo che noi preferiamo mangiare e bere le cose buone. Sai, gli americani sono talmente abituati a mangiare spazzatura, che loro non percepiscono la differenza.
k: eh infatti vedo che tutti quanti bevono la birra Coors, io non capisco come facciano.
s: ti racconto un segreto. All'inizio portavamo le birre buone e il vino buono, e altre birracce più economiche di scorta. Poi tutti bevevano prima le birracce e lasciavano quelle buone, allora abbiamo deciso di adeguarci.
k: però per voi portate ancora le cose buone, vero??
s: beh, certo, guarda questa bottiglia qui sotto il tavolo. Cabernet Sauvignon delle venezie. Vuoi sentirlo?
Bava indecorosa. Mi sono trattenuta a fatica dall'inginocchiarmi a terra per ringraziarla, erano oltre due mesi che non toccavo un goccio di vino.
s: buono eh? Vacci piano che io all'ultimo Tailgate mi ci sono sbronzata con questo!
Oh ma riuscireste a immaginarvi i vostri genitori che presenziano ad un party del genere, imboscandosi gli alcolici e raccontando la loro ultima sbronza? Io no.
Poi quando siamo andati via la signora ha messo in diversi sacchetti gli ultimi muffin rimasti e li ha distribuiti ai ragazzi per la colazione del giorno dopo. Nel mio sacchetto c'era la bottiglia di Cabernet ancora a metà. Sempre sia lodata.

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