giovedì 6 maggio 2010

Back in Boston

Appena tornata a Boston Liza allarmatissima mi ha spiegato nei dettagli l'emergenza acqua in corso. Mentre noi ce ne stavamo beati a Los Angeles, dai rubinetti bostoniani usciva l'acqua del lago non depurata. Ho aperto il frigorifero e ho visto che Liza aveva comprato 8 galloni di acqua. Per la cronaca un gallone è circa 3,7 litri. Questi americani sono bravissimi nell'impanicare la gente. Hanno detto alla tv "si spera che non si tratti di settimane ma solo di giorni" e tutti si sono fiondati al supermercato a svaligiare i liquidi. Ok, capisco l'acqua perché ce n'è bisogno oltre che per bere anche per lavare i piatti e per lavarsi, ma perché fare fuori anche tutte le bibite gassate come la dottor pepper? Mica è scoppiato il rubinetto della fabbrica. Ovviamente l'allarme è rientrato la sera stessa del mio ritorno e tutta questa gente ora non sa che farsene di questo liquido strano. Ho visto status su facebook che dicono:
"e ora cosa farò con tutta quest'acqua?"
"bevila"
"mi fa schifo, preferisco la coca cola"
"e allora perché l'hai comprata?"
"colpa della tv"
Chissà, magari tutto ciò farà scoprire l'acqua a questi bollicine addicted e non tutto il male sarà venuto per nuocere. Anyway, è iniziato il mio conto alla rovescia, il ritorno è sempre più vicino. Ieri sono andata in aeroporto per un arrivederci, e al mio ritorno a casa ho ripensato al giorno in cui sono arrivata sola e spaventata in questa città. Non avevo ancora un blog e non ve ne ho mai parlato. Avevo una valigia da 20 kg, uno zaino da 10 kg, la borsa del pc e la borsetta. Ero stanchissima dal volo, e chiedevo aiuto a chiunque per gli inaffrontabili scalini dell'autobus e della metropolitana. Sull'autobus ho chiesto a una coppia se conoscevano la zona del mio ostello e se era pericolosa. Mi hanno sorriso e mi hanno detto che potevo stare tranquilla, che tutta Boston è very safe. Mentre stavo salendo sulla metro sbagliata sono venuti a dirmelo e ad indicarmi quella giusta. Poi sono crollata a dormire in ostello e mi sono svegliata la mattina dopo con un sole bellissimo e la prima cosa che ho visitato è stata Newbury Street. Durante quella passeggiata fino al parco ho percepito distintamente l'inizio del mio percorso di rinascita. Adesso invece è giunta la fine, sto per tornare a casa carica e felice [shhht]. Mentre tornavo dall'aeroporto ieri le mie sensazioni erano diverse. I luoghi sono ora familiari e mi danno sicurezza. Questo posto posso veramente chiamarlo casa. Gli ultimi due mesi sono stati qualcosa di talmente bello e intenso da non essere mai riuscita a trovare le parole giuste per rendere l'idea. Le parole non sempre sono indispensabili. Ora ho quattro giorni per ripensare a tutti questi viaggi nel viaggio, alla fine della solitudine, ai sorrisi, alle città nuove, alla gente, alle milletrecento foto in sei mesi. Grazie Boston, di cuore.

4 commenti:

silvia ha detto...

sono davvero contenta per te e per come hai affrontato tutto.
Mi è venuto in mente il momento in cui anche io sono arrivata qui, stesse sensazioni. Spero di poter scrivere anche io un post così ad agosto :)
buon rientro casa, un bacio

Simona ha detto...

grazie e in bocca al lupo! :)

effe ha detto...

complimenti,io non penso che reagirei così

complimenti davvero :-I

stefano ha detto...

:-)