mercoledì 1 dicembre 2010

La grande G

Ogni giorno, quando vado al lavoro, passo davanti all'azienda della grande G. Praticamente si tratta di uno dei tre marchi più influenti nella moda al mondo, quasi un'entità astratta, che a volte ti chiedi se esiste veramente un posto fisico da dove escono tutte quelle belle borse. Qualsiasi fashion blogger sarebbe disposto a sacrificare la propria madre per lavorare dentro a quel grande edificio tirato a lucido. I loro dipendenti, appena entri nella tramvia li riconosci perché sono ricoperti dalla testa ai piedi del loro marchio. Praticamente ti vedi queste ragazze in tacco dodici, che sfoggiano scarpe, borse, portachiavi, foulard e qualcuna anche l'elastico per capelli. Uno dei miei colleghi un giorno ha chiesto ad una di loro se la roba gliela regalano, e la risposta è stata "no, però ci è stato caldamente imposto di vestire così". Che dire, avranno sicuramente degli ottimi stipendi, ho pensato sul momento. Poi qualche tempo fa, sbirciando le offerte di lavoro online ho visto un annuncio le cui caratteristiche gridavano "cerchiamo una persona per il customer care dell'azienda della grande G", anche se non c'era scritto da nessuna parte ed era stato pubblicato da un'agenzia di selezione del personale. Visto lo stipendio promesso, ho pensato che valeva la pena di tentare anche solo per farsi un giro dentro quel maestoso palazzo. Ho inviato il curriculum e sono stata subito chiamata per il colloquio in agenzia. La neolaureata che faceva le selezioni me la sono sciroppata come niente, e due giorni dopo mi ha richiamato per dirmi che avevo ottenuto un colloquio per l'indomani alla sede della grande G. A quel punto ci sono stati cinque minuti di panico, perché non essendo una fashion victim, avevo paura che se mi presentavo come mi vesto di solito non mi facessero nemmeno entrare. Appena uscita dal lavoro infatti mi sono fiondata a fare spese, che tanto ne avevo bisogno comunque. Non è scritto da nessuna parte, ma è risaputo che quando si va a fare un colloquio alla sede di un'azienda del genere il tailleur è d'obbligo. Siccome io invece sono fatta a modo mio e un tailleur non me lo voglio mettere neanche per scherzo, ho ben pensato che non ci vorrei mai lavorare per un'azienda che impone canoni di abbigliamento così rigidi ai propri dipendenti. Quindi, per andare a fare il mio tour curiosone dell'interno azienda della grande G, ho optato per la giacca del tailleur sopra a un paio di jeans stilosi, perché secondo me le persone senza giacca lì vengono uccise da un cecchino sul vialetto di ingresso. Non mi sono sbagliata di molto. Appena varcato il cancello una guardia giurata con la pistola bene in vista mi ha chiesto i documenti e mi ha rilasciato il pass, poi mi ha indicato l'entrata per la prima reception. Una volta dentro ho realizzato quanto fosse tutto perfetto. Soffitti altissimi, piante enormi, e receptionist in tailleur nero. La signorina mi vede a mezzo busto ed è gentilissima, poi aggira il bancone per indirizzarmi alla seconda reception e guarda sdegnata i miei jeans mentre mi dice di andare in fondo al corridoio e poi girare a sinistra e poi a destra. Alla fine del labirinto sono arrivata nel palazzo attiguo, bianchissimo, dove c'era una seconda reception. Era tutto talmente immacolato che sembrava di essere sulla luna. Si accomodi sul divano bianco, la responsabile e-commerce sarà subito da lei. Venti minuti dopo ero ancora su quel divano, quando è arrivata un'altra candidata al posto, in rigoroso tailleur nero, e si è seduta nel divano di fronte al mio. Dopo altri venti minuti di sguardi di sfida tra me e l'altra pretendente sono stata chiamata al piano superiore. La signora responsabile vestiva un tubino smanicato corto e l'immancabile tacco dodici. Come si dice, mettersi comodi per andare in ufficio. Mi ha dato la mano e mi ha squadrato da capo a piedi, poi parlando e vedendo che ero una persona competente, si è profusa in chiacchiere da addetti ai lavori. Alla fine mi ha detto che la mia specifica esperienza nel settore abbigliamento era ancora troppo breve e perciò non mi avrebbe assunto subito, che però mi avrebbe tenuto sicuramente presente per il futuro. Sono uscita da lì quaranta minuti dopo e l'altra poveretta ormai era diventata un soprammobile perfetto. Spero che le abbiano dato il lavoro, anche se dubito perché uscendo ho intravisto un logo enorme di un'azienda concorrente sulla sua borsa.


15 commenti:

Ragno ha detto...

"Ho inviato il curriculum e sono stata subito chiamata per il colloquio in agenzia"
"La neolaureata che faceva le selezioni me la sono sciroppata come niente"
"parlando e vedendo che ero una persona competente, si è profusa in chiacchiere da addetti ai lavori"

Ma sei la stessa tipa che scriveva un anno fa su questo stesso blog?

Ah no, non è un complimento

Simona ha detto...

no, quella tipa là al momento stava studiando e non si poneva il problema di trovare al più presto un altro lavoro ;)

arPegaso ha detto...

La Cina sta preparando la vendetta per entrambe voi concorrenti. Aspettate un po' e vedrete G. e i suoi colleghi asfaltati.
Di giallo.

stefano ha detto...

mi sa che mi sono perso qualche puntata.....

Simona ha detto...

@arpegaso: magari!

@stefano: in realtà non ti sei perso niente, al momento lavoro ancora nello stesso posto ;)

Ragno ha detto...

Però quella tipa là ci piaceva con la sua umiltà.
E per "ci" intendo "mi"...

Simona ha detto...

ehhh l'umiltà è rimasta sepolta dalla frustrazione per non avere tuttora un contratto da dipendente. sono il risultato sociale di un contratto a progetto. quando ci riuscirò tornerò in me, promesso!

Sergio ha detto...

Non sapevo che Google facesse anche borsette ;-) (non farci caso, per deformazione professionale per me l'unica grande G è quella grande G)

La storia mi ha ricordato parecchio Il diavolo veste Prada, meno male che non avevi un golfino ceruleo.

Chiara ha detto...

Anche io ho pensato subito a google e al diavolo veste prada, quoto Sergio in toto! :)
Comunque già avere un colloquio da Big G non è affatto male...

Angelo Mariani ha detto...

Uehi, ma allora? Che e' successo?

Simona ha detto...

sono sommersa di lavoro, devo lavorare anche il giorno di natale senza prendere un centesimo di straordinario e sono triste perché non riesco a trovare una via d'uscita che mi permetta di pagare l'affitto. non ho voglia ne tempo di scrivere intanto che sto così :(

Angelo Mariani ha detto...

Ops, scusa. Coraggio...

Simona ha detto...

verranno tempi migliori! spero :p

vagab ha detto...

Allora, visto che Natale è passato, auguri di buon anno.... in tutto e per tutto... anche se gli auuri non ti piacciono!

Anonimo ha detto...

che sarebbe marchio sarebbe la grande G ? :P