Questi giorni di festa dopo la tempesta stanno volando via velocissimi. Le due settimane prima di natale, lavorativamente parlando invece sono state un discreto incubo.
Il mio più grande errore di valutazione è stato pensare che occuparsi del customer care di un'azienda che vende biglietti di spettacoli su internet, fosse la stessa cosa di occuparsi del customer care di un'azienda che vende abbigliamento su internet. Nel primo caso, si assiste il cliente fino all'acquisto, e con la mail di conferma d'ordine con cui gli si inviano i biglietti è tutto finito. Nel secondo caso bisogna fare i conti con le spedizioni e quindi con gli eventuali ritardi dei corrieri, con le taglie dell'abbigliamento che non sempre vanno bene, con gli eventuali prodotti fallati, con i clienti che cambiano idea, e che quando si tratta di avere dei soldi indietro diventano improvvisamente maleducati. Senza contare che se un cliente decide di rendere c'è di nuovo da fornire l'assistenza alle spedizioni di reso, e poi la successiva restituzione del denaro che hanno speso.
Durante le due settimane che precedono il natale tutti questi ordinari problemi che già erano il doppio del lavoro dei biglietti, vanno moltiplicati un'altra volta per due. Perciò se X è il carico di lavoro che nel 2009 contribuì a farmi esplodere e poi volare 8 mesi in america per riprendermi, provate ad immaginare cosa possa essere per me X moltiplicato 4.
Se non fosse che vivo in una casa meravigliosa e sto con un sant'uomo il cui sport preferito è rimettermi al mondo, a questo giro un paio di annetti in Australia non me li levava nessuno.
E poi c'è Firenze che sto imparando a conoscere piano piano. A volte passeggio per la città e scopro angoli nuovi e mi si riempie il cuore. Ne vale davvero la pena vivere qui, questo posto lo sento veramente casa.
L'altra sera ho approfittato di una iniziativa del ministero dei beni culturali, che apriva gratis i musei della città per quattro ore. "Andiamo a vedere il David all'accademia!", ci siamo detti. Ma poi la fila chilometrica ci ha fatto desistere. Poi tanto per scrupolo siamo passati davanti agli Uffizi, e la fila era ancora più lunga. Stavamo quasi per rinunciare, però poi abbiamo deciso di passare a vedere com'era la situazione a Palazzo Pitti, e sorpresa, non c'era già più fila.
Palazzo Pitti è un palazzo costruito con pietre così grosse che se nel 2012 verrà veramente l'apocalisse quello sarà uno dei pochi edifici al mondo che rimarrà in piedi. Si tratta di una reggia bellissima, che è stata anche residenza della famiglia Medici. Ovviamente da buona ignorantona non avevo la minima idea di quanto valesse la pena una visita, e da buona tirchiona non avevo mai speso i soldi del biglietto d'ingresso. Ben vengano queste iniziative ordunque! Dopo due ore passate fra dipinti meravigliosi, lampadari immensi, carta da parati da sogno, mobilia sfarzosa, affreschi da capogiro, si esce di lì veramente sazi di arte e di storia. Quando ero stata di fretta a Firenze da turista andai solo agli Uffizi, a santa maria novella e al duomo e feci molto male. Presto ritenterò comunque la visita all'accademia, anche se ci sono passata oggi e c'era ancora la stessa fila...