martedì 6 luglio 2010

Acquisti on-line

Nel 2002 effettuai il mio primo acquisto on-line per comprare il biglietto di un concerto. Le mie amiche si domandavano se fossi pazza a comunicare a qualcuno i numeretti magici. Da quel giorno ho sempre comprato di tutto su internet, perfino l'aspirapolvere. A Boston ci ho addirittura ordinato la pizza, seguendo il tracking delle fasi di preparazione. Per ironia della sorte, l'unica cosa su cui ho sempre avuto dubbi, è stato l'acquisto di abbigliamento. Ho effettuato il primo soltanto quindici giorni fa, per iniziare a studiare questo mondo, per ragioni lavorative.
Il mio dubbio più grande era ovviamente "e se dopo non mi va bene? come si fa a comprare un capo di abbigliamento senza misurarlo?"
Dopo aver analizzato il tutto in profondità mi sono mangiata le mani per tutte le buone occasioni che posso aver perso.
Per prima cosa, tutti i siti di questo tipo dopo averti mostrato il prodotto da tutte le angolazioni possibili e averti dato indicazioni sulla vestibilità, accettano il reso gratuito. Per quanto riguarda i soldi si può scegliere se lasciarli lì a credito per futuri acquisti, o se farsi fare un bonifico di rimborso.
Poi, tutti questi siti vendono cose della stagione precedente ad almeno il 50% di sconto. Essendoci molta competizione, a volte distribuiscono coupon con ulteriori sconti.
Un'altra obiezione comune fra gli alternativi medi è: a me di avere un capo "firmato" non me ne importa niente, posso vivere anche senza. Questo lo posso capire, ma bisogna esaminare anche l'altro lato della medaglia. Quando gli imprenditori italiani chiudono le fabbriche perché non ci stanno dentro con i costi, noi tutti ci indignamo. Buona parte delle persone che si indignano, quando acquistano non fanno nemmeno caso all'etichetta made in Italy, e finanziano economie straniere, la Cina in primis. Acquistando abbigliamento di marca italiano a prezzi stracciati invece abbiamo la garanzia della qualità, paghiamo poco comunque, e aiutiamo le aziende italiane a non chiudere.
Il mio primo acquisto è stato una cintura di vera pelle di una stilista emergente, pagata solo 28 euro. Al mercato roba che una cintura di plastica cinese la paghi uguale, se non di più.
Meditate gente, meditate!

12 commenti:

Emidio Picariello ha detto...

non per sollecitarti della pubblicità, ma un link non ci starebbe male ;)

Vronski ha detto...

visto che sei donna ed esperta :-)
ci dai una dritta su quali siti andare per trovare queste offerte?
io sono un uomo ;-)
grazie!
ciao

Anonimo ha detto...

mi sembra di capire che state lanciando un sito di e-commerce di abbigliamento...

Simona ha detto...

perspicace l'anonimo eh!

vronski: il migliore te lo potrò consigliare solo fra un paio di mesetti ;)

Simona ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Ma come? Hai venduto il tuo blog! L'hai insozzato con un embrione di product placement! Di la verità, hai fatto correggere questo post al tuo capo prima di pubblicarlo? In passato non avresti mai osato suggerire agli italiani all'estero di frequentare ristoranti italiani (dove lavoravi) invece che i take away cinesi per rilanciare l'economia italiana! Era meglio (per questo blog) se te ne rimanevi oltreoceano. Ti auguro buona fortuna nel lancio di questo e-commerce, ma mi dispiace molto come questo post abbia sporcato uno dei blog che preferisco.

Meditate?

Simona ha detto...

venduto il mio blog? ma sei scemo?
questo post è sincero e l'ho scritto io parlando di cose che penso davvero. forse faresti bene a rileggertelo con calma.
i ristoranti italiani all'estero non li ho mai consigliati perché fanno cagare. i vestiti buoni a poco prezzo sinceramente, no.

susanna ha detto...

pagnino scusa se mi permetto, ma non ti sembra un po' eccessivo dire "era meglio se te ne rimanevi oltreoceano" a una persona che non solo non conosci e quindi faresti bene a evitare di criticare così pesantemente, ma che soprattutto è libera e padrona di scrivere sul SUO blog quello che le pare e piace? Va bene esprimere la propria opinione, ma insomma.

Detto questo, anche io aspetto i link :D

Anonimo ha detto...

Ciao susanna, yes ho appena chiesto scusa. Del resto il bello dei veri blog, è che il lettore è libero e padrone di scrivere la SUA opinione. E questo è uno dei miei blog preferiti, non ce l'ho fatta a trattenere il pudore. Cmq, avevo specificato che nella mia (libera) opinione era meglio 'per il blog'. E non ho criticato la vera persona che non conosco (e non userei) ma ho criticato un post della scrittrice 'kay'. In ogni modo, ho equivocato e mi sono ravveduto, ma al momento ero sincero.

in ginocchio sui ceci

h.s. ha detto...

Leggo solo ora e spero di non essere in ritardo e di non offenderti facendo una considerazione nel merito delle cose che dici: premesso: è tutto vero: se comprassimo tutto italiano finanzieremmo l'economia italiana. Ma allo stesso modo potrei dirti che comprando direttamente dal produttore via internet spesso tagliando il distributore crei comunque un danno a qualcuno, il negozio chiude e la commessa rimane a casa. Stessa cosa per i libri: ad esempio, appena tornata in Italia hai postato su melbookstore. Melbookstore è una catena che fa capo a Messaggerie. Messaggerie controlla gran parte del mercato della distribuzione e di fatto è in grado di decidere le case editrici che finiscono in libreria e quelle che finiscono nell'oblio. Comprando da loro (o da ibs, o all'ipermercato) risparmi, ma fai un danno alle librerie indipendenti che non possono fare quei prezzi, ma magari sono piu' portate a dar spazio a case editrici fuori dai grandi giri distributivi. Solo un esempio per dire che il consumo consapevole è in teoria una gran bella cosa, ma ha talmente tante sfacettature che è riduttivo parlare in termini di "italianità" o "non italianità". Il mondo cambia...a tutti noi piace comprare un portatile a 400 euro perchè i componenti li fanno a Taiwan oppure volare a Londra a 5 euro tasse incluse. E' un discorso molto complesso: Giusto prendersela con la Cina perchè non rispetta gli standard di buon senso sulle condizioni di lavoro, ma se l'economia italiana ha subito danni dalla globalizzazione, è anche perchè l'imprenditoria si è adattata ad essa molto meno del consumatore medio.

Simona ha detto...

Gabriele: capisco il tuo punto di vista, ma provo a spiegarti come guardarla da un altro lato.
senza questo sito di e-commerce invece di lavorare su internet roba che mi trovavo a fare la commessa in un negozio di abbigliamento. Per ogni posto in negozio che scompare c'è una posizione web che si apre. Ad esempio in francia c'è un sito di vendita su internet che si chiama vente-privee che ha 350 dipendenti e ne sta per assumere altrettanti.

h.s. ha detto...

Credo che in un modo diverso stiamo dicendo la stessa cosa: quando "consumi" per forza di cose compi una scelta. E quella scelta favorisce sempre qualcuno a scapito di qualcun'altro. Mentre si può fare un discorso di "consumo etico", è più difficile fare un discorso di "consumo utile". Tutto qui.