E' lunedì mattina e dopo un week end intensissimo sono fresca come una rosa. La mia sveglia è suonata alle otto, mi sono fatta una bella doccia e sono uscita di casa alle otto e mezza. Alle otto e trentacinque è passato un autobus nuovo, pulito, vuoto e con aria condizionata. Alle otto e cinquanta ho varcato il cancello dell'azienda. I cinquanta minuti di viaggio sauna del treno pendolari&zingari vecchio lercio e puzzone verso Bologna sono ormai un ricordo (anche se non troppo sbiadito perché certe cose non si dimenticano facilmente).
Venerdì sono tornata in romagna per una notte, e sono andata al concerto di Dente all'Hana-bi, tanto per rivedere un po' di vecchi amici. Le canzonette di Dente sono carine, ma quando lui parla fra una canzone e l'altra è talmente antipatico che l'avrei preso a badilate nel sedere. E' così spocchioso che si è anche fumato una sigaretta un paio di volte mentre la gente accaldata attendeva la canzone successiva.
Sabato sono tornata a Firenze per andare alla fortezza da basso a vedere i Calibro 35. Non credo che mi comprerei mai un loro cd, ma l'idea che hanno avuto è molto bella. Nel maxischermo proiettavano "Milano odia" un film poliziesco degli anni settanta, dove le alfette della polizia venivano ancora chiamate madame e rincorrevano i malfattori per tutta la città. I Calibro 35 eseguivano in diretta la colonna sonora, e devo dire che ne è uscita fuori una bella cosa. La fortezza per come è organizzata all'interno mi ricorda molto il fu "made in bo", e credo che ci ritornerò ancora quest'estate, perché ho visto altre cosette interessanti nel calendario concerti.
Domenica l'ho passata a sguazzare in piscina. Poi passeggiata serale in centro e pizza con amici. Sono rientrata a casa con la tramvia a mezzanotte e mezza, e cinque minuti dopo ero a letto.
Strategicamente la posizione di dove vivo è perfetta. I problemi sonori di cui vi parlavo qualche post fa non si sono presentati, perché la mia stanza è dall'altra parte della casa, e quindi non mi riguardano. Se il caldo dà un pochino di tregua, fino a maggio mi sa che non mi muovo di lì.
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