lunedì 8 febbraio 2010

L'abito non fa il monaco.

Oggi Johanna ha prenotato il salone di un altro ristorante e ci ha fatto il pranzo di natale con tutti i suoi dipendenti. Ha invitato anche me. Mi ha detto che lo sa che è un po' tardi per festeggiare il natale, ma a Dicembre si lavora tanto e non si può stare chiusi un giorno. Certo potevano farlo a Gennaio, ma a me è andata bene così. Lei e il marito sono arrivati vestiti elegantissimi. Anche il miniesercito di cuochi, camerieri e sguatteri aveva tirato fuori il vestito buono, ma ovviamente non c'era paragone. Io ero vestita come tutti i giorni. Ho un talento per queste cose, non ci indovino mai. La volta che mi vesto elegante sono tutti informali, di sicuro. Quasi tutto il personale di cucina, che è quello più povero, ha ordinato il cibo due volte chiedendo il cartoccino da portarsi a casa per cena. Johanna ha visto tutto e non ha battuto ciglio, è una vera signora. Ero seduta di fronte a lei e non si è scomposta nemmeno quando le hanno portato il conto. Duemiladuecento dollari, per circa 40 persone. Anzi, ha lasciato pure trecento dollari di mancia. L'importo della mancia è di solito intorno al 15% del conto totale, e poco importa se risultano cifre astronomiche. Durante il pranzo tra una chiacchiera e l'altra mi sono guardata un po' intorno. I capocuochi del ristorante sono marito e moglie, vengono dal Brasile e lavorano per lei da nove anni. Nove anni chiusi insieme in quella cucina senza una finestra, mi chiedo se sia vero amore o disperazione reale. Sono due persone umili e meravigliose. Ad un certo punto è entrata la loro figliola ventenne e sono rimasta a bocca aperta. Questi due fanno una vita orribile per dare tutti i soldi a lei, che li usa per comprarsi vestiti, scarpe e borse costosissime (ne aveva una di chanel), e per la french manicure. Il tutto per farsi sposare dal fidanzato americano per acquisire finalmente la cittadinanza. Non appena il fidanzato girava le spalle, lei scriveva nervosamente sms, al probabile ragazzo che ama, ma che ha l'unica sfiga di non essere cittadino statunitense. Lei non si può di certo chiamare stupida, ma quanti genitori così ci sono? Persone che non vivono la loro vita, per far vivere la vita dei loro sogni ai propri figli. Io sarò terribilmente egoista, ma non ci riuscirei mai. Fortunatamente per la prosecuzione della razza umana, non sono tutti come me.

1 commento:

Ragno ha detto...

l'amore dei genitori è (e deve essere) infinito.

l'amore della brasiliana verso lo
statunitense, invece, è inversamente proporzionale alla lunghezza delle corna che lui ha in testa...

"Brazil....làlàlàlàlàlàlàlà..."