Liza piange e urla tutto il giorno al telefono e poi alle cinque del pomeriggio bussa alla mia porta ed entra nella stanza.
L: ho avuto una giornata difficile, andiamo al supermercato, compriamo qualcosa e prepariamo una buona cena che ne ho bisogno.
K: ma io veramente stavo uscendo per andare alla lavanderia a gettoni.
L: ah giusto, anch'io devo lavare i panni. Va bene, prendo su anche i miei panni sporchi e mentre le lavatrici girano andiamo al supermercato.
K: .....
Viva la democrazia. Alla lavanderia a gettoni ci vado sempre volentieri con un libro per passare un'ora a leggere in relax. Oggi invece devo correre da una parte all'altra del quartiere perché lei ha deciso così. Vaaa bene.
La seguo arrancante nel suo passo veloce. La borsa dei panni sporchi pesa. Arriviamo alla lavanderia e apre lo sportellino, mette il detersivo, butta dentro tutto, spinge il tasto avvio e dice "andiamo?" Io stavo ancora cambiando i soldi. Mi sbrigo, la raggiungo fuori e ci incamminiamo verso il supermercato. Appena entrata prende il cesto e inizia a riempirlo di cose. Avocado, pomodori, riso, peperoni, aglio, cipolla, patate e due fettazze di carne da quattrocento grammi l'una.
K: ma stai facendo la spesa per una settimana vero?
L: no, è la nostra cena. Noi russi mangiamo solo una volta al giorno, però quando mangiamo, mangiamo.
K: se lo sapevo non pranzavo.
Torniamo alla lavanderia a gettone con le borse della spesa.
L: nella mia lavatrice mancano dieci minuti al termine, e nella tua quanto manca?
K: uhm il display è spento, che abbia già finito?
L: ma no, ti sei dimenticata di accenderla!!!
K: ecco vedi, io se faccio le cose di corsa poi mi perdo i pezzi.
L: ok, adesso aspettiamo, poi quando ha finito metti le cose nell'asciugatrice, andiamo a casa, prepariamo la cena, mangiamo e infine torniamo qui a prendere i panni asciutti.
K: eh??? Dopo aver mangiato tutta quella roba io vorrò solo sprofondare nel letto, lo so.
L: poche storie.
Mentre aspettiamo che finisca, Liza inizia una serissima discussione di numismatica col gestore della lavanderia a gettone. Lui ne sa a pacchi, e il suo passatempo preferito è analizzare tutti i quarti di dollaro che passano nelle sue lavatrici. Dice che qualche volta se ha fortuna ne trova uno d'argento o uno anteriore al 1965, che sono quelli che valgono di più.
Finita la discussione riempiamo le asciugatrici, e dopo aver premuto il tasto di accensione torniamo verso casa con una sosta al negozio di alcolici. In Massachusetts quasi nessun supermercato vende alcolici e quindi bisogna recarsi nel negozio apposito muniti di documento di identità. Dietro mio consiglio compriamo una bottiglia di nero d'avola. Una volta arrivate a casa, si rende conto di aver comprato cose per un esercito, e decidiamo di invitare un paio di persone. Dopo mezz'ora di spadellamenti si è giunte alla creazione di piatti alti venti centimetri, che sono poi stati spazzolati in venti secondi. Neanche il tempo di fare il ruttino che la generalessa ha già decretato che uno degli invitati deve lavare i piatti mentre noi torniamo alla lavanderia. Se fosse stato per me, io i panni li avrei lasciati là fino al mattino dopo. Però almeno è stata una buona cosa per digerire. Mentre ripassiamo davanti al negozio di alcolici, che si trova sulla strada del ritorno, vuole tornare dentro e non riesco a fermarla.
L: quel vino era troppo buono, io vado a comprarne un'altra bottiglia.
K: tu mi vuoi male.
L: eh no invece, io lo faccio anche per te.
Esce con la bottiglia in una mano e un sigaro in un'altra. Miss finezza, decisamente. Mi affida la bottiglia e resta fuori in strada a fumare, mentre io salgo di sopra e la apro. I piatti sono già lavati e dopo un altro paio di bicchieri inizio a ridere e penso che dopo mesi di isolamento volontario è davvero ora di ricominciare a vivere.
L: ho avuto una giornata difficile, andiamo al supermercato, compriamo qualcosa e prepariamo una buona cena che ne ho bisogno.
K: ma io veramente stavo uscendo per andare alla lavanderia a gettoni.
L: ah giusto, anch'io devo lavare i panni. Va bene, prendo su anche i miei panni sporchi e mentre le lavatrici girano andiamo al supermercato.
K: .....
Viva la democrazia. Alla lavanderia a gettoni ci vado sempre volentieri con un libro per passare un'ora a leggere in relax. Oggi invece devo correre da una parte all'altra del quartiere perché lei ha deciso così. Vaaa bene.
La seguo arrancante nel suo passo veloce. La borsa dei panni sporchi pesa. Arriviamo alla lavanderia e apre lo sportellino, mette il detersivo, butta dentro tutto, spinge il tasto avvio e dice "andiamo?" Io stavo ancora cambiando i soldi. Mi sbrigo, la raggiungo fuori e ci incamminiamo verso il supermercato. Appena entrata prende il cesto e inizia a riempirlo di cose. Avocado, pomodori, riso, peperoni, aglio, cipolla, patate e due fettazze di carne da quattrocento grammi l'una.
K: ma stai facendo la spesa per una settimana vero?
L: no, è la nostra cena. Noi russi mangiamo solo una volta al giorno, però quando mangiamo, mangiamo.
K: se lo sapevo non pranzavo.
Torniamo alla lavanderia a gettone con le borse della spesa.
L: nella mia lavatrice mancano dieci minuti al termine, e nella tua quanto manca?
K: uhm il display è spento, che abbia già finito?
L: ma no, ti sei dimenticata di accenderla!!!
K: ecco vedi, io se faccio le cose di corsa poi mi perdo i pezzi.
L: ok, adesso aspettiamo, poi quando ha finito metti le cose nell'asciugatrice, andiamo a casa, prepariamo la cena, mangiamo e infine torniamo qui a prendere i panni asciutti.
K: eh??? Dopo aver mangiato tutta quella roba io vorrò solo sprofondare nel letto, lo so.
L: poche storie.
Mentre aspettiamo che finisca, Liza inizia una serissima discussione di numismatica col gestore della lavanderia a gettone. Lui ne sa a pacchi, e il suo passatempo preferito è analizzare tutti i quarti di dollaro che passano nelle sue lavatrici. Dice che qualche volta se ha fortuna ne trova uno d'argento o uno anteriore al 1965, che sono quelli che valgono di più.
Finita la discussione riempiamo le asciugatrici, e dopo aver premuto il tasto di accensione torniamo verso casa con una sosta al negozio di alcolici. In Massachusetts quasi nessun supermercato vende alcolici e quindi bisogna recarsi nel negozio apposito muniti di documento di identità. Dietro mio consiglio compriamo una bottiglia di nero d'avola. Una volta arrivate a casa, si rende conto di aver comprato cose per un esercito, e decidiamo di invitare un paio di persone. Dopo mezz'ora di spadellamenti si è giunte alla creazione di piatti alti venti centimetri, che sono poi stati spazzolati in venti secondi. Neanche il tempo di fare il ruttino che la generalessa ha già decretato che uno degli invitati deve lavare i piatti mentre noi torniamo alla lavanderia. Se fosse stato per me, io i panni li avrei lasciati là fino al mattino dopo. Però almeno è stata una buona cosa per digerire. Mentre ripassiamo davanti al negozio di alcolici, che si trova sulla strada del ritorno, vuole tornare dentro e non riesco a fermarla.
L: quel vino era troppo buono, io vado a comprarne un'altra bottiglia.
K: tu mi vuoi male.
L: eh no invece, io lo faccio anche per te.
Esce con la bottiglia in una mano e un sigaro in un'altra. Miss finezza, decisamente. Mi affida la bottiglia e resta fuori in strada a fumare, mentre io salgo di sopra e la apro. I piatti sono già lavati e dopo un altro paio di bicchieri inizio a ridere e penso che dopo mesi di isolamento volontario è davvero ora di ricominciare a vivere.
3 commenti:
alcool alcool alcool!
sono con voi sorelle, sono con voi...
nero d'avola!! ottima scelta!!
bravaaaa :)
anzi che non avete preso la vodka :-)
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