Ho salutato Boston nel peggiore dei modi possibili. O forse nel migliore, dipende dai punti di vista.
Mi ero preparata a versare litri di lacrime per la chiusura di un capitolo enorme. Avevo paura di commuovermi troppo in occasione della festa di saluto organizzata in mio onore dal coinquiliname e dintorni, fissata al ristorante russo per domenica sera. Poi è successo l'imprevedibile.
Andiamo con ordine.
Venerdì pomeriggio, dopo essere tornata dall'ultima escursione alla lavanderia a gettoni, ho provato a fare la valigia per vedere se mi avanzava un po' di posto per un eventuale shopping sabato pomeriggio. Ovviamente era piena all'inverosimile, ma ho pensato che se buttavo via qualche vecchia maglia che mi prestava servizio da più di un quinquennio, avrei anche potuto fare un salto da Macy's per investire gli ultimi dollari rimasti. Venerdì sera sono andata a dormire e ho lasciato lì la valigia fatta, senza pensarci più. Sabato mattina mi sono svegliata alle cinque a causa del diluvio universale in corso. Ho provato a riaddormentarmi ma il rumore della pioggia era troppo forte. Ho acceso il pc. Ho aperto la pagina di Repubblica.it che mi ha annunciato la cancellazione di 5000 voli in spagna e francia, a causa della nube vulcanica. Per fortuna l'Italia è lontana da lì, ho pensato. Poi mi è venuto in mente che su facebook qualcuno aveva linkato il sito delle previsioni dei movimenti della cenere vulcanica, e ci ho dato un'occhiata per curiosità. Lì ho visto che nel giro di dodici ore i cieli italiani sarebbero stati ricoperti interamente dalla nube, e mi è preso un po' di panico. Chi è l'ultima persona che devo chiamare in caso di panico? Mio padre. [file under: la mia unica figliooooola]
"Ciao, buongiorno, senti stavo guardando qui che forse la nube del vulcano arriverà a breve in Italia e quindi il mio volo potrebbe essere rimandato a chissà quando."
"Ehhh? Sei pazza? Cosa fai ancora lì?"
"Eh ti ho chiamato perché non so che fare. La mia stanza sarà affittata dal giorno dopo e nel caso in cui mi rimandino il volo sarei pure senza un tetto."
"Sposta subito il volo a oggi"
"Ma..."
"Niente ma!"
"Ok."
Alle otto di sabato mattina ho chiamato la compagnia aerea, ho spostato tutto, sono corsa in banca a chiudere il conto (e per fortuna che là sono aperte anche di sabato), ho messo le ultime cose in valigia, ho svegliato Liza che dormiva, ho pranzato con lei alle undici e poi sono corsa in aeroporto. Mentre sono uscita fuori con la mia valigiona che pesava 22 kg e uno zaino da 12 kg era ancora in corso il diluvio universale di cui sopra. In quel momento avevo in testa solo la parola CASA circondata da lampadine fosforescenti, e non sono riuscita a realizzare che dopo 7 mesi stavo lasciando Boston. Sono salita sulla metropolitana bagnata come un pulcino, ho maledetto la stazione di cambio che era senza ascensore, ho imprecato contro gli enormi gradini del bus navetta e sono entrata nell'atrio dell'aeroporto. Ho guardato il tabellone, e ho visto voli provenienti dall'europa cancellati ed altri con anche cinque ore di ritardo. Grazie a twitter sapevo che i voli tardavano perché dovevano passare da sotto il portogallo per evitare la nube. Fortunatamente il mio volo veniva da Roma, e aveva molto meno ritardo degli altri perché la deviazione era minore. Appena fatto il check in ho deciso di rilassarmi accendendo il pc, e ho letto che Repubblica continuava con i suoi catastrofismi. Domattina alle sei nube sull'Italia, riunione di emergenza della protezione civile in corso, titolava a caratteri cubitali. Il mio volo doveva atterrare alle otto, sta a vedere che me lo annullano all'ultimo momento, ho pensato. E invece no, tutto è andato assolutamente liscio come l'olio.
Il volo era diretto a fiumicino e sono atterrata alle 8.30 di ieri mattina, con soli quaranta minuti di ritardo per via della deviazione. L'aereoporto era nel caos totale, perché durante la mattinata, tutti gli aeroporti del nord erano stati chiusi, e quindi tutti i passeggeri con coincidenze sono stati dirottati alla stazione termini. Una volta salita sul trenino di collegamento ho realizzato che era stracolmo di gente con bagagli con l'etichetta transfer. Ho pensato che se non volevo restare bloccata ore a Roma, sarebbe stato meglio correre verso la biglietteria a tutta velocità, con tutti i miei 34 kg di bagaglio. L'abbiamo pensato tutti. La fila alla biglietteria era infinita. Non mi sono arresa e ho cercato le macchinette più nascoste. Avevano tutte la fila, solo una era libera perché accettava solo carte di credito. Ho provato con l'eurostar che partiva dopo 40 minuti perché non volevo fare le corse, e mi dava posti esauriti. Ho provato con l'eurostar che partiva dopo 10 minuti , e mi dava cinque posti liberi rimasti, di cui tre in prima classe. Ho preso il penultimo biglietto di seconda classe. Ero davanti al binario 23, il treno partiva al binario due e mi era stato assegnato il posto in una delle ultime carrozze in fondo. Un'altra corsa. Dopo due ore sono arrivata a Firenze, e sono scesa per prendere il trenino regionale che attraversa le montagne e mi porta dritto a casa a Faenza senza cambiare. Quando quel treno è partito mi sono finalmente rilassata. Mentre le colline verdi ricoperte di viti e ulivi scorrevano dal finestrino, ho pensato che 24 ore prima ero a Boston e che l'ho lasciata per sempre. Ho riguardato fuori e non sono riuscita ad essere triste.
Mi ero preparata a versare litri di lacrime per la chiusura di un capitolo enorme. Avevo paura di commuovermi troppo in occasione della festa di saluto organizzata in mio onore dal coinquiliname e dintorni, fissata al ristorante russo per domenica sera. Poi è successo l'imprevedibile.
Andiamo con ordine.
Venerdì pomeriggio, dopo essere tornata dall'ultima escursione alla lavanderia a gettoni, ho provato a fare la valigia per vedere se mi avanzava un po' di posto per un eventuale shopping sabato pomeriggio. Ovviamente era piena all'inverosimile, ma ho pensato che se buttavo via qualche vecchia maglia che mi prestava servizio da più di un quinquennio, avrei anche potuto fare un salto da Macy's per investire gli ultimi dollari rimasti. Venerdì sera sono andata a dormire e ho lasciato lì la valigia fatta, senza pensarci più. Sabato mattina mi sono svegliata alle cinque a causa del diluvio universale in corso. Ho provato a riaddormentarmi ma il rumore della pioggia era troppo forte. Ho acceso il pc. Ho aperto la pagina di Repubblica.it che mi ha annunciato la cancellazione di 5000 voli in spagna e francia, a causa della nube vulcanica. Per fortuna l'Italia è lontana da lì, ho pensato. Poi mi è venuto in mente che su facebook qualcuno aveva linkato il sito delle previsioni dei movimenti della cenere vulcanica, e ci ho dato un'occhiata per curiosità. Lì ho visto che nel giro di dodici ore i cieli italiani sarebbero stati ricoperti interamente dalla nube, e mi è preso un po' di panico. Chi è l'ultima persona che devo chiamare in caso di panico? Mio padre. [file under: la mia unica figliooooola]
"Ciao, buongiorno, senti stavo guardando qui che forse la nube del vulcano arriverà a breve in Italia e quindi il mio volo potrebbe essere rimandato a chissà quando."
"Ehhh? Sei pazza? Cosa fai ancora lì?"
"Eh ti ho chiamato perché non so che fare. La mia stanza sarà affittata dal giorno dopo e nel caso in cui mi rimandino il volo sarei pure senza un tetto."
"Sposta subito il volo a oggi"
"Ma..."
"Niente ma!"
"Ok."
Alle otto di sabato mattina ho chiamato la compagnia aerea, ho spostato tutto, sono corsa in banca a chiudere il conto (e per fortuna che là sono aperte anche di sabato), ho messo le ultime cose in valigia, ho svegliato Liza che dormiva, ho pranzato con lei alle undici e poi sono corsa in aeroporto. Mentre sono uscita fuori con la mia valigiona che pesava 22 kg e uno zaino da 12 kg era ancora in corso il diluvio universale di cui sopra. In quel momento avevo in testa solo la parola CASA circondata da lampadine fosforescenti, e non sono riuscita a realizzare che dopo 7 mesi stavo lasciando Boston. Sono salita sulla metropolitana bagnata come un pulcino, ho maledetto la stazione di cambio che era senza ascensore, ho imprecato contro gli enormi gradini del bus navetta e sono entrata nell'atrio dell'aeroporto. Ho guardato il tabellone, e ho visto voli provenienti dall'europa cancellati ed altri con anche cinque ore di ritardo. Grazie a twitter sapevo che i voli tardavano perché dovevano passare da sotto il portogallo per evitare la nube. Fortunatamente il mio volo veniva da Roma, e aveva molto meno ritardo degli altri perché la deviazione era minore. Appena fatto il check in ho deciso di rilassarmi accendendo il pc, e ho letto che Repubblica continuava con i suoi catastrofismi. Domattina alle sei nube sull'Italia, riunione di emergenza della protezione civile in corso, titolava a caratteri cubitali. Il mio volo doveva atterrare alle otto, sta a vedere che me lo annullano all'ultimo momento, ho pensato. E invece no, tutto è andato assolutamente liscio come l'olio.
Il volo era diretto a fiumicino e sono atterrata alle 8.30 di ieri mattina, con soli quaranta minuti di ritardo per via della deviazione. L'aereoporto era nel caos totale, perché durante la mattinata, tutti gli aeroporti del nord erano stati chiusi, e quindi tutti i passeggeri con coincidenze sono stati dirottati alla stazione termini. Una volta salita sul trenino di collegamento ho realizzato che era stracolmo di gente con bagagli con l'etichetta transfer. Ho pensato che se non volevo restare bloccata ore a Roma, sarebbe stato meglio correre verso la biglietteria a tutta velocità, con tutti i miei 34 kg di bagaglio. L'abbiamo pensato tutti. La fila alla biglietteria era infinita. Non mi sono arresa e ho cercato le macchinette più nascoste. Avevano tutte la fila, solo una era libera perché accettava solo carte di credito. Ho provato con l'eurostar che partiva dopo 40 minuti perché non volevo fare le corse, e mi dava posti esauriti. Ho provato con l'eurostar che partiva dopo 10 minuti , e mi dava cinque posti liberi rimasti, di cui tre in prima classe. Ho preso il penultimo biglietto di seconda classe. Ero davanti al binario 23, il treno partiva al binario due e mi era stato assegnato il posto in una delle ultime carrozze in fondo. Un'altra corsa. Dopo due ore sono arrivata a Firenze, e sono scesa per prendere il trenino regionale che attraversa le montagne e mi porta dritto a casa a Faenza senza cambiare. Quando quel treno è partito mi sono finalmente rilassata. Mentre le colline verdi ricoperte di viti e ulivi scorrevano dal finestrino, ho pensato che 24 ore prima ero a Boston e che l'ho lasciata per sempre. Ho riguardato fuori e non sono riuscita ad essere triste.
16 commenti:
Bentornata nella pazza, odiosa, triste, sbagliata, ignorante Italia!
E guai a chi dice che esiste posto migliore!!
Welcome home!
Deborah
solo due "bentornata"????
antipatici!!
Welcome back! (così siamo a 3...)
....e 4: bentornata!
f.
Bentornata Simo
bentornata in questo paese ammuffito! (se proprio ci tieni... con questo fanno 6 ;-)
mi sono emozionata io al tuo posto, e ora sto piangendo :S
non posso leggere queste cose nel mio stato..
comunque sì, bentornata Kay. È stato bellissimo leggere e vivere la tua avventura
:*
besos
e grazie tesori, come siete spontanei :D
Comunque non poteva che finire così l'avventura americana. Rocambolesco tipo Lost, ma senza le stragi di personaggi ;)
(se fosse un telefilm, ci sarebbe però il finale con l cliffhanger. Inquadratura di Liza imbavagliata nella cantina di una nostra vecchia conoscenza, che al piano di sopra sogghigna infilando oggetti nel tritura-rifiuti elettrico...)
Lasciato Boston per sempre??? Semmai fino alla prossima volta.
Bentornata! :-D
Adesso non e' che sparisci dal blog, eh.
E' venuto il magone anche a me...
Seba
bentornata anche da parte mia, che ti ho letto in disparte ma con grande curiosità per tutta la tua avventura bostoniana
non l'hai lasciata per sempre :)
bentornata e coraggio ora (che qui ce ne vuole, insieme ad uno stomaco forte!).
spero che continuerai a raccontare le tue avventure, la lettura del tuo blog è davvero piacevole, qualunque cosa tu scriva.
Grace
ma ciao bentornatissima!! non mi posso allontanare qualche giorno da internet che mi ripiombi in italia!!!
un abbraccio forte forte :D
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