Appena tornata a Boston Liza allarmatissima mi ha spiegato nei dettagli l'emergenza acqua in corso. Mentre noi ce ne stavamo beati a Los Angeles, dai rubinetti bostoniani usciva l'acqua del lago non depurata. Ho aperto il frigorifero e ho visto che Liza aveva comprato 8 galloni di acqua. Per la cronaca un gallone è circa 3,7 litri. Questi americani sono bravissimi nell'impanicare la gente. Hanno detto alla tv "si spera che non si tratti di settimane ma solo di giorni" e tutti si sono fiondati al supermercato a svaligiare i liquidi. Ok, capisco l'acqua perché ce n'è bisogno oltre che per bere anche per lavare i piatti e per lavarsi, ma perché fare fuori anche tutte le bibite gassate come la dottor pepper? Mica è scoppiato il rubinetto della fabbrica. Ovviamente l'allarme è rientrato la sera stessa del mio ritorno e tutta questa gente ora non sa che farsene di questo liquido strano. Ho visto status su facebook che dicono:
"e ora cosa farò con tutta quest'acqua?"
"bevila"
"mi fa schifo, preferisco la coca cola"
"e allora perché l'hai comprata?"
"colpa della tv"
Chissà, magari tutto ciò farà scoprire l'acqua a questi bollicine addicted e non tutto il male sarà venuto per nuocere. Anyway, è iniziato il mio conto alla rovescia, il ritorno è sempre più vicino. Ieri sono andata in aeroporto per un arrivederci, e al mio ritorno a casa ho ripensato al giorno in cui sono arrivata sola e spaventata in questa città. Non avevo ancora un blog e non ve ne ho mai parlato. Avevo una valigia da 20 kg, uno zaino da 10 kg, la borsa del pc e la borsetta. Ero stanchissima dal volo, e chiedevo aiuto a chiunque per gli inaffrontabili scalini dell'autobus e della metropolitana. Sull'autobus ho chiesto a una coppia se conoscevano la zona del mio ostello e se era pericolosa. Mi hanno sorriso e mi hanno detto che potevo stare tranquilla, che tutta Boston è very safe. Mentre stavo salendo sulla metro sbagliata sono venuti a dirmelo e ad indicarmi quella giusta. Poi sono crollata a dormire in ostello e mi sono svegliata la mattina dopo con un sole bellissimo e la prima cosa che ho visitato è stata Newbury Street. Durante quella passeggiata fino al parco ho percepito distintamente l'inizio del mio percorso di rinascita. Adesso invece è giunta la fine, sto per tornare a casa carica e felice [shhht]. Mentre tornavo dall'aeroporto ieri le mie sensazioni erano diverse. I luoghi sono ora familiari e mi danno sicurezza. Questo posto posso veramente chiamarlo casa. Gli ultimi due mesi sono stati qualcosa di talmente bello e intenso da non essere mai riuscita a trovare le parole giuste per rendere l'idea. Le parole non sempre sono indispensabili. Ora ho quattro giorni per ripensare a tutti questi viaggi nel viaggio, alla fine della solitudine, ai sorrisi, alle città nuove, alla gente, alle milletrecento foto in sei mesi. Grazie Boston, di cuore.
"e ora cosa farò con tutta quest'acqua?"
"bevila"
"mi fa schifo, preferisco la coca cola"
"e allora perché l'hai comprata?"
"colpa della tv"
Chissà, magari tutto ciò farà scoprire l'acqua a questi bollicine addicted e non tutto il male sarà venuto per nuocere. Anyway, è iniziato il mio conto alla rovescia, il ritorno è sempre più vicino. Ieri sono andata in aeroporto per un arrivederci, e al mio ritorno a casa ho ripensato al giorno in cui sono arrivata sola e spaventata in questa città. Non avevo ancora un blog e non ve ne ho mai parlato. Avevo una valigia da 20 kg, uno zaino da 10 kg, la borsa del pc e la borsetta. Ero stanchissima dal volo, e chiedevo aiuto a chiunque per gli inaffrontabili scalini dell'autobus e della metropolitana. Sull'autobus ho chiesto a una coppia se conoscevano la zona del mio ostello e se era pericolosa. Mi hanno sorriso e mi hanno detto che potevo stare tranquilla, che tutta Boston è very safe. Mentre stavo salendo sulla metro sbagliata sono venuti a dirmelo e ad indicarmi quella giusta. Poi sono crollata a dormire in ostello e mi sono svegliata la mattina dopo con un sole bellissimo e la prima cosa che ho visitato è stata Newbury Street. Durante quella passeggiata fino al parco ho percepito distintamente l'inizio del mio percorso di rinascita. Adesso invece è giunta la fine, sto per tornare a casa carica e felice [shhht]. Mentre tornavo dall'aeroporto ieri le mie sensazioni erano diverse. I luoghi sono ora familiari e mi danno sicurezza. Questo posto posso veramente chiamarlo casa. Gli ultimi due mesi sono stati qualcosa di talmente bello e intenso da non essere mai riuscita a trovare le parole giuste per rendere l'idea. Le parole non sempre sono indispensabili. Ora ho quattro giorni per ripensare a tutti questi viaggi nel viaggio, alla fine della solitudine, ai sorrisi, alle città nuove, alla gente, alle milletrecento foto in sei mesi. Grazie Boston, di cuore.
4 commenti:
sono davvero contenta per te e per come hai affrontato tutto.
Mi è venuto in mente il momento in cui anche io sono arrivata qui, stesse sensazioni. Spero di poter scrivere anche io un post così ad agosto :)
buon rientro casa, un bacio
grazie e in bocca al lupo! :)
complimenti,io non penso che reagirei così
complimenti davvero :-I
:-)
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